venerdì 29 marzo 2019

MELONI UN NUOVO RUOLO IN EUROPA?


Tutti parlano in questi mesi del grande, indiscutibile successo elettorale di Salvini e della Lega, ma pochi forse sottolineano quello che sta facendo in questi mesi il partitino della Meloni. In punta di piedi, ma con il carattere e con piglio autoritario che da sempre la contraddistingue e che le ha permesso di farsi largo in un partito ultramaschilista come AN, la ragazza della Garbatella continua a crescere sia come partito e sia come successo personale. Nelle ultime elezioni regionali, compreso in Basilicata domenica scorsa, il partito della Meloni ha mostrato come la sua formazione politica rappresenti ormai un baluardo per le vittorie del centrodestra. In Abruzzo e in Sicilia un suo candidato ha stravinto, malgrado lo scetticismo iniziale degli stessi alleati di coalizione. E questa sua caparbietà ha permesso non solo la sopravvivenza del suo partitino, ma anche la sua costante crescita nei consensi. Alzi la mano chi due anni fa avrebbe scommesso un cent su un simile successo elettorale di FDI. D'altra parte basta guardare la fine che hanno fatto i vari partitini da Monti a Di Pietro per non parlare del fallimento di Leu, tutti durati il battito delle ali di un airone. La Meloni invece, senza arretrare di un passo dalle sue posizioni, che sono quelle di una destra moderata e liberale, ha saputo attendere il momento giusto senza arroccarsi in una critica senza costrutto, come quella operata dal partito di Berlusconi, ma anzi arrivando anche ad offrire un appoggio esterno ad un governo con i 5 stelle ( lontanissimi dalle sue idee politiche), quando pareva che la formazione di un governo fosse un rebus senza soluzione. La Giorgia nazionale proprio in quel frangente ha dimostrato tutta la sua maturità e responsabilità. Si racconta che questo gesto sia stato molto apprezzato anche dalle parti del Qurinale. Ed in effetti quello che ad alcuni è sembrato un estremo tentativo di visibilità, si è dimostrato invece un'altra scelta vincente, come quasi tutte le ultime mosse fatte dalla Meloni. Salvini non a caso ha sempre cercato di mantenere una corsia preferenziale con lei, mentre da sempre ha mostrato un atteggiamento di chiusura con Berlusconi e con Forza Italia. Secondo gli ultimi sondaggi addirittura c'è chi prevede per Fdi il superamenti, alle prossime elezioni europee, della soglia del 5%, che rappresenterebbe un risultato storico. Tutto questo poi considerando anche le difficoltà di chi deve anche superare da sempre quel costante pregiudizio che aleggia da sempre sulle donne che fanno politica nel nostro paese. Senza dover scomodare giganti come Nilde Iotti, occorre sicuramente notare come la sua figura rappresenti ormai una delle più importanti risorse politiche del nostro paese, in un mondo, come detto, che continua a mantenere una certa diffidenza verso il sesso debole. Non sappiamo quali siano gli obiettivi e i propositi della Giorgia nazionale per il futuro, ma sicuramente fare un pensiero ad una poltrona che conta in Europa, potrebbe essere un progetto interessante sia a livello personale che per la sua tutto sommato giovane formazione politica. Considerando che Renzi ha nominato una scialba Mogherini al ruolo di alto rappresentante per gli affari esteri, non si capisce come lei non possa assurgere ad un ruolo di uguale o addirittura maggiore lignaggio. Forse la Meloni aspira a rimanere a Roma, per mantenere quel ruolo di protagonista della scena politica nazionale, conquistato in questi mesi e che proprio dalle prossime elezioni europee potrebbe avere quella spinta decisiva. Ma trasferendosi a Bruxelles, Giorgia Meloni oltre a rappresentare una risorsa importante per il nostro paese nelle stanze che contano della nuova e rinnovata Europa, farebbe anche comoda a se stessa, ricevendo anche quella consacrazione internazionale, già in parte ricevuta con l'importante invito come unica relatrice politica, alla recente importante convention annuale del partito repubblicano americano “Conservative Political Action Conference”(CPAC) . Inoltre proprio in quella occasione ha dimostrato di possedere anche una ulteriore dote, che manca a quasi tutti i politici italiani, e cioè una buona padronanza della lingua della perfida Albione. Cosa che certo non guasta sopratutto se si aspira a cariche internazionali. Ci pensi seriamente la Meloni a questa prospettiva che in questo caso non sarebbe come molti pensano un modo per estrometterla dalle contese di casa nostra, ma sarebbe invece un premio alla sua caparbietà e alla sua figura politica, che potrebbe cosi avere una visibilità che non potrebbe che portarle ulteriori consensi anche in patria. Senza contare che gli appuntamenti a livello di politica finanziaria che aspettano il nostro paese nel prossimo futuro, rischiano di essere una sorta di Everest da scalare e poterli gestire da un ruolo di prestigio in Europa, potrebbe rappresentare certamente un valore aggiunto, sia per lei che per il nostro paese. L' alternativa per lei sarebbe magari di far parte di un governo rabberciato, anche da una posizione di inevitabile minoranza, che al primo duro ostacolo sarebbe travolto, con gravi conseguenze per chi in quel caso avrebbe la sventura di farne parte. E d'altra parte non si potrebbe dire che per lei questo sarebbe una fuga dalle responsabilità, perchè in questa difficile situazione dal punto di vista della politica di bilancio, si sarebbero cacciati quelli stessi che a Maggio hanno sdegnosamente rifiutato il suo appoggio. E poi magari da un ruolo prestigioso nella commissione europeo, la Meloni potrebbe sicuramente essere di maggiore aiuto anche al nostro paese. Le sfide che attendono la nuova Europa potrebbero avere proprio la minuta ma caparbia ragazza romana fra i protagonisti, per fare si che la classica frase “Per una Italia che conti di più” non rimanga uno slogan, troppe volte abusato solo in campagna elettorale. Ovviamente la scelta spetta solo a lei, perchè siamo certi che il vero protagonista delle prossime elezioni europee e cioè Salvini non potrà che appoggiare una eventuale candidatura della Meloni nelle stanze che contano di Bruxelles.

lunedì 11 marzo 2019

SMART CITIES PIU' EFFICIENTI CON LA BLOCKCHAIN?


Da qualche anno si parla con sempre più interesse della tecnologia Blockchain, legandola sopratutto al grande successo della criptovaluta Bitcoin, che è appunto sviluppata con questa tecnologia. Ma la Blockchian è una tecnologia che, secondo alcuni esperti, è in grado di rivoluzionare molti aspetti della nostra vita quotidiana. E qualcuno arriva a paragonare la sua scoperta a quella di Internet. La Blockchain, in italiano “catena di blocchi”, è un processo in cui un insieme di soggetti condivide risorse informatiche – dati, memoria, Cpu, banda – per rendere disponibile alla comunità di utenti un database virtuale, generalmente di tipo pubblico, ma ci sono anche esempi di implementazioni private, e in cui ogni partecipante ha una copia dei dati. Alla base del funzionamento della Blockchain c’è la sicurezza poiché il database condiviso è centralizzato e criptato; in questo modo viene garantita la sicurezza e la conservazione delle informazioni in esso contenute, inoltre, per effettuare delle modifiche è necessario il consenso di tutti e comunque vengono registrate tutte le versioni precedenti. Uno degli utilizzi che vengono fatti recentemente di questa tecnologia, per ora a livello sperimentale è quello delle applicazioni a livello amministrativo alle cosiddette “smart cities”
Cosa può fare blockchain per una smart city? Moltissimi dal punto di vista partico e della sicurezza dei dati. Ecco perchè oggi, città come Dubai con il suo programma Smart Dubai, che prevede dal 2014 l’implementazione graduale di oltre 545 progetti che coinvolgono residenti e visitatori della città, abbia per esempio quest’estate implementato blockchain nel settore giudiziario per ridurre i tempi dei processi, o Paesi come l’Estonia, che ha tentato invano di creare una criptovaluta di Stato, abbiano applicato la tecnologia blockchain. Anche l'Unione europea per una volta si è accorta di una importante innovazione tecnologica e delle sue applicazioni ed ha istituito un progetto apposito. Il progetto “Decode”, acronimo di DEcentralised Citizen-Owned Data Ecosystems, “ecosistemi di dati decentralizzati di proprietà della cittadinanza stessa”. Al momento ha all’attivo 4 progetti pilota nelle città di Barcellona e Amsterdam. Attraverso questi progetti Decode intende proporre strumenti, tecnologie e architetture di dati che costituiscono una tappa importante nella costruzione di “data commons”: le risorse informative vengono infatti considerate un bene pubblico come l’aria e l’acqua, o come la creatività.
Questo allo scopo di verificare chi e quando modifica i dati archiviati sul registro grazie al progetto eBusiness (settore imprenditoriale), eLand (settore immobili) oeCourt(settore giudiziario), per una garanzia e sicurezza contro la manipolazione umana a favore dei dispositivi smart ed attraverso la memorizzazione degli hash. Nel Regno Unito, per esempio, l’app FixMyStreet permette ai cittadini di condividere in modo molto semplice l’esistenza di problemi nell’illuminazione stradale o di graffiti nel proprio quartiere; la popolare app Strava Metro condivide i dati di spostamento degli utenti in bici o di corsa con le amministrazioni locali, che possono così sfruttarli per migliorare la viabilità pedonale e ciclabile delle città. Proprio a Berlino sorge una della società che proprio della tecnologia blockchian legata allo sviluppo delle smart cities fa il suo core business. La mx foundation una azienda no profit, infatti, dopo aver sviluppato un progetto basato sulla tecnologia LPWAN, in parole molto povere un potente sistema di connessione wireless, che riesce amettere in contatto apparati anche a grande distanza fra di loro. A differenza di una rete di telefonia mobile, una rete Lpwan è ottimizzata per l'utilizzo in applicazioni M2M e IoT, che richiedono bassi consumi e ridotta velocità di trasferimento dati. Di conseguenza una cella Lpwan può garantire un'ampia copertura, potenzialmente persino superiore rispetto a quella di una cella di telefonia mobile, utilizzando una potenza inferiore. Grazie a tutto ciò la fondazione tedesca dopo aver implementato un progetto di blockchain ed Ai per la città di Seul in Corea e per quella di New York, ora è pronta ad affrontare la sfida cinese. Infatti è stato appena siglato un accordo di partnership con il distretto della megalopoli cinese per sviluppare una rete LPWAN per offrire servizi a valore aggiunto a tutti i device collegati. “Il distretto di Shanghai e l'MXC stanno collaborando alla costruzione di città intelligenti e allo sviluppo del settore IoT", ha dichiarato Shen Xin, direttore del dipartimento di scienza e tecnologia del distretto di Yangput di Shanghai. "Con questa partnership ci aspettiamo di aumentare l'efficienza e migliorare la vita dei nostri cittadini".


lunedì 4 marzo 2019

FACEBOOK LANCIA LA SUA CRIPTOVALUTA


Nel maggio 2018 un rapporto di Cheddar ha affermato che Facebook è interessata a sviluppare una piattaforma di criptovaluta nativa per aiutare la sua massiccia base di utenti a effettuare transazioni senza utilizzare valuta supportata dal governo. In assenza di conferma da parte dell’azienda, resta da vedere quale sia la visione tecnologica della blockchain di Facebook. Ma adesso quello che pareva un progetto embrionale sembra possa realizzarsi in tempi piuttosto stretti. Secondo l’autorevole quotidiano New York Times, Facebook starebbe trattando con numerosi Exchange, per poter rilasciare il proprio Stablecoin agli utenti.
Un rapporto redatto da due giornalisti del NYT, Nathaniel Popper e Mike Isaac, dal titolo “ Facebook and Telegram Are Hoping to Succeed Where Bitcoin Failed” evidenzia come le società di messaggistica, Facebook, Telegram e Signal stiano creando una propria criptovaluta al fine di introdurre i consumatori tradizionali nel mondo alternativo delle monete digitali.
La Stablecoin di Facebook verrebbe integrata direttamente nel sistema di messaggistica WhatsApp, con la possibilità per gli utenti di inviare in modo istantaneo fondi da una parte all’altra del mondo a costi irrisori. D'altra parte nel mondo della messaggistica sono già in piedi da qualche anno i progetti per la creazione di criptovalute. Telegram, per esempio, che conta circa 300 milioni di utenti in tutto il mondo, ha raccolto 1,7 miliardi di dollari per la sua Ico e, tramite una lettera agli investitori, ha fatto sapere di avere ormai pronto al 90% il suo progetto di criptovaluta Ton basato sul token Gram. Dal canto suo Signal, un sistema di messaggistica con altissimi livelli di sicurezza, avrebbe già ricevuto l’anno scorso finanziamenti per 30 milioni di dollari sul suo progetto Mobilecoin, e punta a incassarne altrettanti anche quest’anno. Il progetto più ambizioso, però, è certamente quello messo in piedi da Facebook, che facendo leva sulla possibile integrazione di Whatsapp e Instagram potrebbe arrivare a creare un mercato che conta ogni mese di 2,7 miliardi di utenti per la sua moneta elettronica. Questo nuovo sistema secondo alcuni vorrebbe fare concorrenza al rivale cinese We chat, che da tempo permette ai propri utenti di effettuare pagamento tramite la propria piattaforma e proprio questa cosa lo renderebbe molto piu famoso di whatsapp. Come accade per il Bitcoin, le nuove valute criptate organizzate tramite “social” renderebbero più facile il trasferimento di denaro tra paesi, in particolare in quelli in via di sviluppo, dove è difficile per la gente comune aprire conti bancari e comprare cose online. Gli attuali progetti in discussione eliminano il processo di estrazione mineraria che consuma energia su cui si basa Bitcoin. “Ma è comunque probabile che le società di messaggistica si trovino ad affrontare molti degli stessi ostacoli normativi e tecnologici che hanno impedito al Bitcoin di diventare ‘mainstream’. La mancanza di un’autorità centrale sulle valute criptate – un governo o una banca – innanzitutto, che le ha rese particolarmente utili alla criminalità e l’architettura delle reti informatiche che le gestiscono che rendono difficile gestire un numero significativo di transazioni”, osserva il quotidiano americano. Facebook ha più di 50 ingegneri che lavorano al progetto, riferisce il Nyt. Un sito web del settore, The Block, ha tenuto traccia del flusso costante di nuovi annunci di lavoro per il progetto Facebook. Lo sforzo del colosso di Zuckerberg, che è gestito da un ex presidente di PayPal, David Marcus, è iniziato l’anno scorso dopo che Telegram, come detto, ha raccolto 1,7 miliardi di dollari per finanziare il suo progetto di criptovaluta.

venerdì 1 marzo 2019

ITALIA PRIMA IN EUROPA IN ECONOMIA CIRCOLARE


L'Italia è prima in Europa per l'economia circolare. Nella classifica delle cinque principali economie europee, infatti, il nostro Paese con 103 punti di indice complessivo di 'circolarità' delle risorse batte il Regno Unito (90 punti), la Germania (88), la Francia (87), e la Spagna (81). E' il dato che emerge dal primo rapporto nazionale sull'economia circolare in Italia 2019, realizzato dal Circular economy network (la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e 13 aziende e associazioni di impresa) e dall'Enea, presentato a Roma. Ma il report mette in evidenza che non bisogna adagiarsi perché proprio guardando all'avanzamento dell'indice di circolarità - che tiene conto del valore attribuito al grado di uso efficiente delle risorse, utilizzo di materie prime seconde e innovazione nelle categorie produzione, consumo, gestione rifiuti - l'Italia sta rallentando mentre gli altri Paesi stanno "prendendo slancio anche grazie al nuovo pacchetto di direttive Ue": nel 2018 abbiamo conquistato un solo punto in più rispetto all'anno precedente; mentre per esempio la Francia ne ha incrementati 7, e la Spagna 13. Ma cosa intendiamo esattamente quando parliamo di economia circolare..?Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation economia circolare «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera». L’economia circolare è dunque un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.
L'idea di un circuito circolare dei materiali venne presentata nel 1966 da Kenneth E. Boulding nel suo articolo "The Economics of the Coming Spaceship Earth". La promozione dell'economia circolare venne identificato come la politica nazionale nel 11º piano quinquennale della Cina a partire dal 2006. La Ellen MacArthur Foundation, un ente indipendente nato nel 2010, ha recentemente delineato l'opportunità economica di questo modello. Secondo questo modello i rifiuti non esistono. I componenti biologici e tecnici di un prodotto (i nutrienti, per stare alla metafora biologica) sono progettati col presupposto di adattarsi all'interno di un ciclo dei materiali, progettato per lo smontaggio e ri-proposizione. I nutrienti biologici sono atossici e possono essere semplicemente compostati. I nutrienti tecnici - polimeri, leghe e altri materiali artificiali - sono progettati per essere utilizzati di nuovo con un dispendio di energia minimo. In una recente pubblicazione “ecologia del desiderio” edito da Aboca, il giornalista Antonio Cianciullo parla di questo sistema come una delle risorse per risolvere l'annosa questione della contrapposizione tra crescita economica e conseguente rispetto dell'ambiente. La crescita lineare, infatti, concentra in un periodo ristretto una ricchezza che potrebbe invece allargarsi se si portasse avanti appunto“ la visione circolare attinente ad una lentezza che crea qualità e non quantità”. Lo stesso Cianciullo cita ad esempio il consorzio “Ecopneus” che guida il recupero degli pneumatici che prima riempivano le discariche abusive e che ora per il 54% vengono riutilizzati come materia e per il 46% come energia, con benefici ambientali consistenti. Economia circolare perciò non è semplice riciclo ma un diverso approccio con il mondo dal punto di vista economico. Secondo un recente rapporto della Unione Europea, grazie all'economia circolare si possono ottenere risparmi annuali pari a 600 miliardi di euro, creare 570 mila. Achim Steiner, direttore dell' Unep ( il programma ambientale dell'Onu) recentemente ha detto che “occorre fare presto ad accelerare il percorso verso una economia circolare, perchè attualmente stiamo operando al 40% al di sopra delle disponibilità della Terra e se si continua cosi nel 2050 il consumo globale annuale delle risorse potrebbe arrivare alla 140 miliardi di tonnellate il triplo rispetto al 2000.”