Tutti parlano in questi mesi del
grande, indiscutibile successo elettorale di Salvini e della Lega, ma
pochi forse sottolineano quello che sta facendo in questi mesi il
partitino della Meloni. In punta di piedi, ma con il carattere e con
piglio autoritario che da sempre la contraddistingue e che le ha
permesso di farsi largo in un partito ultramaschilista come AN, la
ragazza della Garbatella continua a crescere sia come partito e sia
come successo personale. Nelle ultime elezioni regionali, compreso in
Basilicata domenica scorsa, il partito della Meloni ha mostrato come
la sua formazione politica rappresenti ormai un baluardo per le
vittorie del centrodestra. In Abruzzo e in Sicilia un suo candidato
ha stravinto, malgrado lo scetticismo iniziale degli stessi alleati
di coalizione. E questa sua caparbietà ha permesso non solo la
sopravvivenza del suo partitino, ma anche la sua costante crescita
nei consensi. Alzi la mano chi due anni fa avrebbe scommesso un cent
su un simile successo elettorale di FDI. D'altra parte basta guardare
la fine che hanno fatto i vari partitini da Monti a Di Pietro per non
parlare del fallimento di Leu, tutti durati il battito delle ali di
un airone. La Meloni invece, senza arretrare di un passo dalle sue
posizioni, che sono quelle di una destra moderata e liberale, ha
saputo attendere il momento giusto senza arroccarsi in una critica
senza costrutto, come quella operata dal partito di Berlusconi, ma
anzi arrivando anche ad offrire un appoggio esterno ad un governo con
i 5 stelle ( lontanissimi dalle sue idee politiche), quando pareva
che la formazione di un governo fosse un rebus senza soluzione. La
Giorgia nazionale proprio in quel frangente ha dimostrato tutta la
sua maturità e responsabilità. Si racconta che questo gesto sia
stato molto apprezzato anche dalle parti del Qurinale. Ed in effetti
quello che ad alcuni è sembrato un estremo tentativo di visibilità,
si è dimostrato invece un'altra scelta vincente, come quasi tutte le
ultime mosse fatte dalla Meloni. Salvini non a caso ha sempre cercato
di mantenere una corsia preferenziale con lei, mentre da sempre ha
mostrato un atteggiamento di chiusura con Berlusconi e con Forza
Italia. Secondo gli ultimi sondaggi addirittura c'è chi prevede per
Fdi il superamenti, alle prossime elezioni europee, della soglia del
5%, che rappresenterebbe un risultato storico. Tutto questo poi
considerando anche le difficoltà di chi deve anche superare da
sempre quel costante pregiudizio che aleggia da sempre sulle donne
che fanno politica nel nostro paese. Senza dover scomodare giganti
come Nilde Iotti, occorre sicuramente notare come la sua figura
rappresenti ormai una delle più importanti risorse politiche del
nostro paese, in un mondo, come detto, che continua a mantenere una
certa diffidenza verso il sesso debole. Non sappiamo quali siano gli
obiettivi e i propositi della Giorgia nazionale per il futuro, ma
sicuramente fare un pensiero ad una poltrona che conta in Europa,
potrebbe essere un progetto interessante sia a livello personale che
per la sua tutto sommato giovane formazione politica. Considerando
che Renzi ha nominato una scialba Mogherini al ruolo di alto
rappresentante per gli affari esteri, non si capisce come lei non
possa assurgere ad un ruolo di uguale o addirittura maggiore
lignaggio. Forse la Meloni aspira a rimanere a Roma, per mantenere
quel ruolo di protagonista della scena politica nazionale,
conquistato in questi mesi e che proprio dalle prossime elezioni
europee potrebbe avere quella spinta decisiva. Ma trasferendosi a
Bruxelles, Giorgia Meloni oltre a rappresentare una risorsa
importante per il nostro paese nelle stanze che contano della nuova e
rinnovata Europa, farebbe anche comoda a se stessa, ricevendo anche
quella consacrazione internazionale, già in parte ricevuta con
l'importante invito come unica relatrice politica, alla recente
importante convention annuale del partito repubblicano americano
“Conservative Political Action Conference”(CPAC) . Inoltre
proprio in quella occasione ha dimostrato di possedere anche una
ulteriore dote, che manca a quasi tutti i politici italiani, e cioè
una buona padronanza della lingua della perfida Albione. Cosa che
certo non guasta sopratutto se si aspira a cariche internazionali. Ci
pensi seriamente la Meloni a questa prospettiva che in questo caso
non sarebbe come molti pensano un modo per estrometterla dalle
contese di casa nostra, ma sarebbe invece un premio alla sua
caparbietà e alla sua figura politica, che potrebbe cosi avere una
visibilità che non potrebbe che portarle ulteriori consensi anche in
patria. Senza contare che gli appuntamenti a livello di politica
finanziaria che aspettano il nostro paese nel prossimo futuro,
rischiano di essere una sorta di Everest da scalare e poterli gestire
da un ruolo di prestigio in Europa, potrebbe rappresentare certamente
un valore aggiunto, sia per lei che per il nostro paese. L'
alternativa per lei sarebbe magari di far parte di un governo
rabberciato, anche da una posizione di inevitabile minoranza, che al
primo duro ostacolo sarebbe travolto, con gravi conseguenze per chi
in quel caso avrebbe la sventura di farne parte. E d'altra parte non
si potrebbe dire che per lei questo sarebbe una fuga dalle
responsabilità, perchè in questa difficile situazione dal punto di
vista della politica di bilancio, si sarebbero cacciati quelli stessi
che a Maggio hanno sdegnosamente rifiutato il suo appoggio. E poi
magari da un ruolo prestigioso nella commissione europeo, la Meloni
potrebbe sicuramente essere di maggiore aiuto anche al nostro paese.
Le sfide che attendono la nuova Europa potrebbero avere proprio la
minuta ma caparbia ragazza romana fra i protagonisti, per fare si che
la classica frase “Per una Italia che conti di più” non rimanga
uno slogan, troppe volte abusato solo in campagna elettorale.
Ovviamente la scelta spetta solo a lei, perchè siamo certi che il
vero protagonista delle prossime elezioni europee e cioè Salvini non
potrà che appoggiare una eventuale candidatura della Meloni nelle
stanze che contano di Bruxelles.
venerdì 29 marzo 2019
lunedì 11 marzo 2019
SMART CITIES PIU' EFFICIENTI CON LA BLOCKCHAIN?
Da qualche anno si parla con sempre più
interesse della tecnologia Blockchain, legandola sopratutto al grande
successo della criptovaluta Bitcoin, che è appunto sviluppata con
questa tecnologia. Ma la Blockchian è una tecnologia che, secondo
alcuni esperti, è in grado di rivoluzionare molti aspetti della
nostra vita quotidiana. E qualcuno arriva a paragonare la sua
scoperta a quella di Internet. La Blockchain, in italiano “catena
di blocchi”, è un processo in cui un insieme di soggetti condivide
risorse informatiche – dati, memoria, Cpu, banda – per rendere
disponibile alla comunità di utenti un database virtuale,
generalmente di tipo pubblico, ma ci sono anche esempi di
implementazioni private, e in cui ogni partecipante ha una copia dei
dati. Alla base del funzionamento della Blockchain c’è la
sicurezza poiché il database condiviso è centralizzato e criptato;
in questo modo viene garantita la sicurezza e la conservazione delle
informazioni in esso contenute, inoltre, per effettuare delle
modifiche è necessario il consenso di tutti e comunque vengono
registrate tutte le versioni precedenti. Uno degli utilizzi che
vengono fatti recentemente di questa tecnologia, per ora a livello
sperimentale è quello delle applicazioni a livello amministrativo
alle cosiddette “smart cities”
Cosa può fare blockchain per una smart
city? Moltissimi dal punto di vista partico e della sicurezza dei
dati. Ecco perchè oggi, città come Dubai con il suo programma Smart
Dubai, che prevede dal 2014 l’implementazione graduale di oltre 545
progetti che coinvolgono residenti e visitatori della città, abbia
per esempio quest’estate implementato blockchain nel settore
giudiziario per ridurre i tempi dei processi, o Paesi come l’Estonia,
che ha tentato invano di creare una criptovaluta di Stato, abbiano
applicato la tecnologia blockchain. Anche l'Unione europea per una
volta si è accorta di una importante innovazione tecnologica e delle
sue applicazioni ed ha istituito un progetto apposito. Il progetto
“Decode”, acronimo di DEcentralised Citizen-Owned Data
Ecosystems, “ecosistemi di dati decentralizzati di proprietà della
cittadinanza stessa”. Al momento ha all’attivo 4 progetti pilota
nelle città di Barcellona e Amsterdam. Attraverso questi progetti
Decode intende proporre strumenti, tecnologie e architetture di dati
che costituiscono una tappa importante nella costruzione di “data
commons”: le risorse informative vengono infatti considerate un
bene pubblico come l’aria e l’acqua, o come la creatività.
Questo
allo scopo di verificare chi e quando modifica i dati archiviati sul
registro grazie al progetto eBusiness (settore imprenditoriale),
eLand (settore immobili) oeCourt(settore giudiziario), per una
garanzia e sicurezza contro la manipolazione umana a favore dei
dispositivi smart ed attraverso la memorizzazione degli hash. Nel
Regno Unito, per esempio, l’app FixMyStreet permette ai cittadini
di condividere in modo molto semplice l’esistenza di problemi
nell’illuminazione stradale o di graffiti nel proprio quartiere; la
popolare app Strava Metro condivide i dati di spostamento degli
utenti in bici o di corsa con le amministrazioni locali, che possono
così sfruttarli per migliorare la viabilità pedonale e ciclabile
delle città. Proprio a Berlino sorge una della società che proprio
della tecnologia blockchian legata allo sviluppo delle smart cities
fa il suo core business. La mx foundation una azienda no profit,
infatti, dopo aver sviluppato un progetto basato sulla tecnologia
LPWAN, in parole molto povere
un potente sistema di connessione wireless, che riesce amettere in
contatto apparati anche a grande distanza fra di loro. A differenza
di una rete di telefonia mobile, una rete Lpwan è ottimizzata per
l'utilizzo in applicazioni M2M e IoT, che richiedono bassi consumi e
ridotta velocità di trasferimento dati. Di conseguenza una cella
Lpwan può garantire un'ampia copertura, potenzialmente persino
superiore rispetto a quella di una cella di telefonia mobile,
utilizzando una potenza inferiore.
Grazie a tutto ciò la fondazione tedesca dopo aver implementato un
progetto di blockchain ed Ai per la città di Seul in Corea e per
quella di New York, ora è pronta ad affrontare la sfida cinese.
Infatti è stato appena siglato un accordo di partnership con il
distretto della megalopoli cinese per sviluppare una rete LPWAN per
offrire servizi a valore aggiunto a tutti i device collegati. “Il
distretto di Shanghai e l'MXC stanno collaborando alla costruzione di
città intelligenti e allo sviluppo del settore IoT", ha
dichiarato Shen Xin, direttore del dipartimento di scienza e
tecnologia del distretto di Yangput di Shanghai. "Con questa
partnership ci aspettiamo di aumentare l'efficienza e migliorare la
vita dei nostri cittadini".
lunedì 4 marzo 2019
FACEBOOK LANCIA LA SUA CRIPTOVALUTA
Nel maggio 2018 un rapporto di Cheddar
ha affermato che Facebook è interessata a sviluppare una piattaforma
di criptovaluta nativa per aiutare la sua massiccia base di utenti a
effettuare transazioni senza utilizzare valuta supportata dal
governo. In assenza di conferma da parte dell’azienda, resta da
vedere quale sia la visione tecnologica della blockchain di Facebook.
Ma adesso quello che pareva un progetto embrionale sembra possa
realizzarsi in tempi piuttosto stretti. Secondo l’autorevole
quotidiano New York Times, Facebook starebbe trattando con numerosi
Exchange, per poter rilasciare il proprio Stablecoin agli utenti.
Un rapporto redatto da due giornalisti
del NYT, Nathaniel Popper e Mike Isaac, dal titolo “ Facebook and
Telegram Are Hoping to Succeed Where Bitcoin Failed” evidenzia come
le società di messaggistica, Facebook, Telegram e Signal stiano
creando una propria criptovaluta al fine di introdurre i consumatori
tradizionali nel mondo alternativo delle monete digitali.
La Stablecoin di Facebook verrebbe
integrata direttamente nel sistema di messaggistica WhatsApp, con la
possibilità per gli utenti di inviare in modo istantaneo fondi da
una parte all’altra del mondo a costi irrisori. D'altra parte nel
mondo della messaggistica sono già in piedi da qualche anno i
progetti per la creazione di criptovalute. Telegram, per esempio, che
conta circa 300 milioni di utenti in tutto il mondo, ha raccolto 1,7
miliardi di dollari per la sua Ico e, tramite una lettera agli
investitori, ha fatto sapere di avere ormai pronto al 90% il suo
progetto di criptovaluta Ton basato sul token Gram. Dal canto suo
Signal, un sistema di messaggistica con altissimi livelli di
sicurezza, avrebbe già ricevuto l’anno scorso finanziamenti per 30
milioni di dollari sul suo progetto Mobilecoin, e punta a incassarne
altrettanti anche quest’anno. Il progetto più ambizioso, però, è
certamente quello messo in piedi da Facebook, che facendo leva sulla
possibile integrazione di Whatsapp e Instagram potrebbe arrivare a
creare un mercato che conta ogni mese di 2,7 miliardi di utenti per
la sua moneta elettronica. Questo nuovo sistema secondo alcuni
vorrebbe fare concorrenza al rivale cinese We chat, che da tempo
permette ai propri utenti di effettuare pagamento tramite la propria
piattaforma e proprio questa cosa lo renderebbe molto piu famoso di
whatsapp. Come accade per il Bitcoin, le nuove valute criptate
organizzate tramite “social” renderebbero più facile il
trasferimento di denaro tra paesi, in particolare in quelli in via di
sviluppo, dove è difficile per la gente comune aprire conti bancari
e comprare cose online. Gli attuali progetti in discussione eliminano
il processo di estrazione mineraria che consuma energia su cui si
basa Bitcoin. “Ma è comunque probabile che le società di
messaggistica si trovino ad affrontare molti degli stessi ostacoli
normativi e tecnologici che hanno impedito al Bitcoin di diventare
‘mainstream’. La mancanza di un’autorità centrale sulle valute
criptate – un governo o una banca – innanzitutto, che le ha rese
particolarmente utili alla criminalità e l’architettura delle reti
informatiche che le gestiscono che rendono difficile gestire un
numero significativo di transazioni”, osserva il quotidiano
americano. Facebook ha più di 50 ingegneri che lavorano al progetto,
riferisce il Nyt. Un sito web del settore, The Block, ha tenuto
traccia del flusso costante di nuovi annunci di lavoro per il
progetto Facebook. Lo sforzo del colosso di Zuckerberg, che è
gestito da un ex presidente di PayPal, David Marcus, è iniziato
l’anno scorso dopo che Telegram, come detto, ha raccolto 1,7
miliardi di dollari per finanziare il suo progetto di criptovaluta.
venerdì 1 marzo 2019
ITALIA PRIMA IN EUROPA IN ECONOMIA CIRCOLARE
L'Italia è prima in Europa per
l'economia circolare. Nella classifica delle cinque principali
economie europee, infatti, il nostro Paese con 103 punti di indice
complessivo di 'circolarità' delle risorse batte il Regno Unito (90
punti), la Germania (88), la Francia (87), e la Spagna (81). E' il
dato che emerge dal primo rapporto nazionale sull'economia circolare
in Italia 2019, realizzato dal Circular economy network (la rete
promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e 13 aziende e
associazioni di impresa) e dall'Enea, presentato a Roma. Ma il report
mette in evidenza che non bisogna adagiarsi perché proprio guardando
all'avanzamento dell'indice di circolarità - che tiene conto del
valore attribuito al grado di uso efficiente delle risorse, utilizzo
di materie prime seconde e innovazione nelle categorie produzione,
consumo, gestione rifiuti - l'Italia sta rallentando mentre gli altri
Paesi stanno "prendendo slancio anche grazie al nuovo pacchetto
di direttive Ue": nel 2018 abbiamo conquistato un solo punto in
più rispetto all'anno precedente; mentre per esempio la Francia ne
ha incrementati 7, e la Spagna 13. Ma cosa intendiamo esattamente
quando parliamo di economia circolare..?Secondo la definizione della
Ellen MacArthur Foundation economia circolare «è un termine
generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da
sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due
tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella
biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza
entrare nella biosfera». L’economia circolare è dunque un sistema
economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi
cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.
L'idea di un circuito circolare dei
materiali venne presentata nel 1966 da Kenneth E. Boulding nel suo
articolo "The Economics of the Coming Spaceship Earth". La
promozione dell'economia circolare venne identificato come la
politica nazionale nel 11º piano quinquennale della Cina a partire
dal 2006. La Ellen MacArthur Foundation, un ente indipendente nato
nel 2010, ha recentemente delineato l'opportunità economica di
questo modello. Secondo questo modello i rifiuti non esistono. I
componenti biologici e tecnici di un prodotto (i nutrienti, per stare
alla metafora biologica) sono progettati col presupposto di adattarsi
all'interno di un ciclo dei materiali, progettato per lo smontaggio e
ri-proposizione. I nutrienti biologici sono atossici e possono essere
semplicemente compostati. I nutrienti tecnici - polimeri, leghe e
altri materiali artificiali - sono progettati per essere utilizzati
di nuovo con un dispendio di energia minimo. In una recente
pubblicazione “ecologia del desiderio” edito da Aboca, il
giornalista Antonio Cianciullo parla di questo sistema come una delle
risorse per risolvere l'annosa questione della contrapposizione tra
crescita economica e conseguente rispetto dell'ambiente. La crescita
lineare, infatti, concentra in un periodo ristretto una ricchezza che
potrebbe invece allargarsi se si portasse avanti appunto“ la
visione circolare attinente ad una lentezza che crea qualità e non
quantità”. Lo stesso Cianciullo cita ad esempio il consorzio
“Ecopneus” che guida il recupero degli pneumatici che prima
riempivano le discariche abusive e che ora per il 54% vengono
riutilizzati come materia e per il 46% come energia, con benefici
ambientali consistenti. Economia circolare perciò non è semplice
riciclo ma un diverso approccio con il mondo dal punto di vista
economico. Secondo un recente rapporto della Unione Europea, grazie
all'economia circolare si possono ottenere risparmi annuali pari a
600 miliardi di euro, creare 570 mila. Achim Steiner, direttore dell'
Unep ( il programma ambientale dell'Onu) recentemente ha detto che
“occorre fare presto ad accelerare il percorso verso una economia
circolare, perchè attualmente stiamo operando al 40% al di sopra
delle disponibilità della Terra e se si continua cosi nel 2050 il
consumo globale annuale delle risorse potrebbe arrivare alla
140 miliardi di tonnellate il triplo rispetto al 2000.”
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