sabato 14 marzo 2020

CORONAVIRUS EUROPA NON ESISTE NEMMENO NELLE EMERGENZE




La Spagna ha oltre 2964 contagiati, di cui oltre la metà nella sola area metropolitana di Madrid e dopo che il ministro Irena Montero è risultata positiva al contagio da coronavirus, il vicepremier Iglesias suo compagno di vita, è stato messo in quarantena e tutto il governo è stato sottoposto al tampone. In Francia i contagiati sarebbero 2200 e così in Germania. 
Per ora, ma solo per ora la situazione sembra meno grave solo nel Regno Unito. Questa la situazione davvero preoccupante che si registrra ad oggi nei principali paesi europei. Ma dopo quello accaduto in Italia era difficile non aspettarsi una rapida diffusione del contagio anche in Europa, dove il virus sicuramente circola almeno da Gennaio ( il primo caso sembrerebbe essere quello registrato il 24 Gennaio in Germania). 
Era necessario perciò che tutta l'Europa insieme ed unita ( e qui casca come sempre l'asino) approntasse un piano emergeenziale per contenere l'epidemia. Invece nulla di tutto ciò è stato fatto, e si è guardato al nostro paese come l'untore europeo e si è pensato mei primi giorni ad isolarlo, più che ad aiutarlo. Ora che anche nel resto d’Europa sembra si stia verificando quello accaduto da noi una decina di giorni fa. Eppure tutto sempre quasi normale, stadi affollati, negozi bar e ristoranti aperti senza limitazioni. Pare davvero che la lezione del nostro paese non abbia sortito nessun effetto in questa Europa, che pare sempre più lenta nei propri processi decisionali nel gestire la normalità, figuriamoci le emergenze. La presidente della commissione sta dimostrando francamente, alla prima vera prova dei fatti, una certa inadeguatezza davvero preoccupante.
 Le decisioni del presidente della Bce Lagarde, da cui forse si aspettava maggior coraggio ( non rimpiangeremo mai abbastanza Mario Draghi), hanno contribuito ad aumentare il panico sui mercati, che sono letteralmente sprofondati. Ma anche i leader “forti”come Macron e Merkel dimostrano in questo caso una preoccupante carenza di leadership e di autorevolezza. Adesso arriva Trump a prendere di petto la situazione decidendo unilateralmente di bloccare i voli da e per l'Europa, proprio a causa dell'inazione” della stessa nel contrastare il virus, che detto da chi solo pochi giorni fa definiva l’epidemia  poco più di un'influenza, fa sorridere, ma è emblematico di come ancora una volta questa Europa sia ormai diventata sempre più marginale ed inefficace. 
Per un volta il nostro tanto bistrattato paese ha preso quelle misure forti che occorrono in un momento drammatico come questo. Forse occorreva ancora di più come richiesto da Salvini e la Meloni nell'incontro con Conte, forse queste decisioni andavano prese prime come richiesto dai governatori di Lombardia e Veneto, ma almeno qualche cosa è stato fatto. Il problema è serio e il fatto che ancora non se ne abbia piena consapevolezza dai principali governi europei è fatto che aumenta la paura e il rischio che le conseguenze potrebbero essere ancora più gravi. Quello che fino ad ora è mancato è come al solito un piano emergenziale comune, una idea comune di azione che potesse fare da argine alla diffusione. Invece si è commesso il grave solito errore, come in occasione della questione dei migranti o delle crisi del debito dei paesi del sud Italia, che è quello attendista e di solidarietà solo a parole su chi è in prima linea ad affrontare di volta in  volta l'emergenza. Ma ora lo scenraio è mutato, l'emergenza è globale ed occorre una risposta globale. Perché fino a che si pensa che il problema, di voltya in volta sia solo riferito e limitato ad un paese o ad un gruppo di paesi e non  debba comunque essere preso in carico dall'Europa unita, come evidentemente è stato pensato fino ad ora e fino a che quindi di conseguenza non si prenderanno decisioni comuni e valide per tutta l'Europa, i problemi se va bene rimarrano sul tavolo e se va male ( come purtroppo in questo caso) non potranno che peggiorare. Come già visto il virus non si ferma ai confini, ma si combatte tutti insieme con decisioni forti difficili, sconode ed impopolari ma necessarie. Non basta che la presidente della Commissioni dica “siamo tutti italiani” se poi alle parole non seguono fatti concreti. Altrimenti si tratta solo di parole retoriche e di circostanza, di cui in questo momento, non se ne sente nessunissima necessità. Non è più ora dell'attesa e delle reticenze, occorrono fatti concreti a livello sanitario prima ed economico poi. Perché in casi come questi il fattore tempo è fondamentale e la sottovalutazione è un errore che potrà avere effetti ancora più devastanti di quelli che questa emergenza sta creando. C'e da sperare che tra gli tutti gli effetti negativi che questo maledetto virus porterà con sè, non abbia però il merito di dare una scosa decisa ad una Europa da troppo tempo sonnolenta, indecisa e divisa su tutto.
vcaccioppoli@gmail.com 

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