venerdì 8 maggio 2020

NEL MONDO SETTE VOLTE PIÙ ALBERI DI QUANTO SI PENSASSE

Il pianeta è più verde di quanto si pensasse. A sostenere questa teoria se vogliamo controcorrente rispetto al pensiero comune, è il ricercatore Tom Crowther, dell’Eth il politecnico federale di Zurigo, che in una conferenza tenutasi a Washington ha presentato i risultati degli ultimi lavori del Crowther Lab: nel pianeta ci sono 3.040 miliardi di alberi, circa 420 alberi per ogni essere umano, sette volte più di quanto stimato in precedenza. E ciò significa che il pianeta ha una maggiore possibilità di assorbire le emissioni di CO2. Non solo, secondo lo scienziato ci sarebbe lo spazio per altri 1,2 trilioni di nuovi alberi a livello globale, che sarebbero capaci di assorbire più carbonio di quello emesso dalle attività umane ogni anno. Un risultato arrivato grazie all’elaborazione di migliaia e migliaia di dati, provenienti da tutto il mondo. Nella loro ricerca è stato utilizzato il più grande set di dati provenienti dall’inventario delle foreste, la Global forest biodiversity initiative, misurato dai ricercatori in oltre 1,2 milioni di luoghi in tutto il mondo, combinando quest’ultimi con quelli forniti dai satelliti. Il laboratorio ha inoltre utilizzato un database che studia l’ecologia del suolo e del sottosuolo, e che descrive come miliardi di specie sotterranee siano in grado di determinare la fertilità del suolo, la composizione atmosferica e quindi anche influenzare il clima. Questa ricerca smonterebbe in teoria tutte le catastrofiche previsioni fatte da ambientalisti di ogni sorta sulla deforestazione in atto, come quella perpetrata per esempio nella foresta amazzonica. Ma a fianco a questo scempio, evidentemente esiste una maggiore crescita di alberi rispetto al passato, sia per opera dell’uomo sia per opera della natura stessa. Anche perché come è ormai dimostrato da più parti gli alberi svolgono un ruolo delicatissimo ed importantissimo sull’ecosistema del globo e la loro funzione è vitale sia per l’ambiente e sia di conseguenza per la salute umana.  Come dice Ugo Corrieri, responsabile centro dell’Isde, associazione medici per l’ambiente, nel libro Inquinamento ambientale e salute edito da Aboca, gli alberi svolgono la funzione di “depuratori dell’aria” questo perché secondo una ricerca inglese del 2012 le chiome degli alberi ogni anno rimuovono dall’atmosfera delle città tra 852 e 2121 tonnellate di Pm 10. Allo stesso un grande albero attraverso l’evaporazione può traspirare fino a 400 litri di acqua e ciò si traduce in un raffreddamento circostante equivalente a circa 20 condizionatori d’aria. Inoltre secondo un rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente del 2011, quasi il 20% della popolazione europea sarebbe sottoposta a livelli di inquinamento acustico eccessivi. La stessa Agenzia stima che fasce di vegetazione lungo le strade potrebbero ridurre questo inquinamento fino all’80%. Ma la cosa forse più interessante, sopratutto in un momento di emergenza sanitaria come quello attuale, è analizzare il ruolo che gli alberi rivestono sulla salute umana e gli effetti terapeutici che essi possono avere. Le foreste forniscono un’ infinità di servizi alla vita sul pianeta, ma certo non ultimo la protezione della nostra salute.  Nel suo ultimo report il WWF Italia spiega come proprio la distruzione e il degrado delle foreste "Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi-Tutelare la salute umana conservando la biodiversità" per mano dell’uomo stia favorendo la diffusione di vere e proprie pandemie, come quella da Coronavirus che stiamo vivendo. I cambiamenti di uso del suolo e la distruzione di habitat naturali come le foreste sono infatti responsabili dell’insorgenza di almeno la metà delle zoonosi emergenti, ovvero nuove patologie trasmesse dagli animali all’uomo. Come scrive David Quammen nel suo Spillover: “Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie”. La distruzione delle foreste espone infatti l’uomo a forme di contatto con nuovi microbi tramite le specie selvatiche che li ospitano. I virus responsabili di numerose malattie che riguardano l’uomo vivono in equilibrio con l’ambiente e con le diverse specie presenti, mentre in territori deforestati o dove la foresta è stata degradata o frammentata questi stessi organismi hanno più occasioni di diffondersi generando epidemie. Ma il verde avrebbe effetti positivi, come dice sempre Corrieri, anche su decorso post ospedaliero di persone malate, la vita di ambienti verdi comporterebbe risparmi pari a circa 10 milioni di euro per un ospedale con 300 posti letto. Ma gli alberi avrebbero anche un effetto benefico sul sistema immunitario, secondo l’immunologo giapponese Quing Li della Nippon Mediacl School. Una passeggiata nel bosco ha evidenziato come incrementa di oltre il 50% l’attività dei linfociti Natural Killer, fondamentali nei processi immunitari. Una passeggiata al mese secondo lo scienziato giapponese ridurrebbe di molto il rischio di contrarre malattie come il cancro. Insomma in un momento in cui si sta ripensando il modello di vita e il sistema sanitario messo in piedi in questi anni, un grosso contributo si potrebbe trovare in questo indispensabile elemento naturale e senza spendere un centesimo.

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