giovedì 24 gennaio 2019

CAMERON PENSA AD UN RIENTRO IN. POLITICA..?

Mentre in Gran Bretagna non si spegne la polemica sul mancato accordo per la Brexit, e qualcuno parla sempre più insistentemente della possibilità di indire un nuovo referendum, è interessante capire che fine abbia fatto il principale protagonista di tutto ciò. Subito dopo la sconfitta in Parlamento della May, ad un giornalista che gli chiedeva se fosse pentito di aver indetto il referendum, David Cameron pare abbia tranquillamente risposto: "No. Sono solo dispiaciuto di aver perso".
Poi l'ex premier, seguito da una guardia dal corpo, ha cominciato la sua solita sessione di footing giornaliero. D'altra parte doveva recuperare e mettersi in forma, dopo il ritorno da una vacanza da sogno in Costa Rica con moglie e figli, in un resort di lusso da 1.980 euro a notte. Ma d'altra parte il personaggio è cosi, un po' distaccato, altero e con quel pizzico di superbia che contraddistingue, solitamente, i privilegiati come lui.
Sono passati sei ani esatti, da quando l'ex premier britannico, durante una intervista a Bloomberg, lanciò la proposta di indire un referendum, per porre fine alle polemiche nate in patria sulla opportunità o meno di continuare a restare nella comunità europea. Certamente il buon David era convinto di una vittoria schiacciante dei “remain”, che lo avrebbe ulteriormente rafforzato come premier e avrebbe dato un colpo mortale all'opposizione interna al suo stesso partito dei conservatori.
Come si è poi visto, mai previsione fu meno azzeccata.Ma tutto il caos creato al paese con questa sua mossa, a dir poco azzardata, non sembra averlo colpito più di tanto, anzi. Il 52enne politico inglese, infatti, oltre a fare il supervisore del Servizio nazionale al cittadino, da lui creato, sta finendo di preparare le sue memorie per il libro di prossima uscita, per cui la casa editrice William Collins, gli ha pagato 920.000 euro di diritti di autore. Inoltre in tre mesi di discorsi in giro per il mondo, è riuscito a racimolare la considerevole cifra di 530.000 euro.
Come se non bastasse dal dicembre 2017 guida un fondo di investimento da 1 miliardo di sterline, istituito per sostenere la “Belt and Road Initiative”, un ambizioso progetto sulle infrastrutture stradali, portuali e ferroviarie tra la Cina e i suoi principali partner commerciali. Il governo avrebbe di recente promesso investimenti per 124 miliardi di sterline. D'altronde come avrebbe riferito di recente un suo caro amico al tabloid Sun sembra che l'ex premier “ a casa si annoi terribilmente”.
Sarà pure cosi, ma certo è che che con tutti i suoi impegni strapagati, le sue conferenze da 100.000 dollari cadauna, e le vacanze extralusso che si concede di frequente, non è che a casa ci stia proprio tanto. Eppure evidentemente gli manca l'agone politico. Secondo i bene informati, infatti, starebbe addirittura pensando ad un clamoroso ritorno sulla scena politica, magari in un nuovo esecutivo, dopo che la matassa Brexit si sarà in qualche modo risolta.
A sua difesa va però detto che, prima di quella decisione, il suo operato politico aveva avuto il grande merito di portare avanti riforme importanti per il Regno Unito, come quella sul matrimonio omosessuale, o la riforma del sistema sanitario e dell'assistenza sociale. Ma per la gente comune lui è il responsabile di “uno dei peggiori errori della storia britannica”.
Di certo è che a Cameron non è mai stato perdonato dalla gente comune quel suo essere cosi glamour ed aristocratico e non fare nulla per nasconderlo, anzi. Figlio di un ricco imprenditore della City, diploma all'esclusivo college di Eton, sposato con una ricca aristocratica, non potrebbe certo avere il pedigree ideale per conquistare la middle class inglese.
Secondo molti opinionisti, proprio la figura di Cameron e la sua eccessiva personalizzazione del referendum stesso, potrebbero aver inciso su un esito del voto, cosi clamorosamente negativo. Un po' come quello accaduto da noi con la sonora sconfitta, sempre in un referendum, patita da Matteo Renzi. Ma forse i suoi detrattori hanno esultato troppo presto.
Cameron, infatti, dopo qualche anno passato fra gli agi e le comodità di una dorata “pensione”, potrebbe essere pronto ad un clamoroso ritorno sulla scena pubblica, favorito anche dalla totale assenza di leader carismatici, che possano sostituire la coriacea May. Ecco perchè paradossalmente forse quel clamoroso errore e le sue conseguenze sulla vita pubblica inglese, potrebbe favorire proprio chi ne è stato l'artefice.
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