Fra
tutti coloro che si sono schierati con Maduro, uno fra i più
convinti difensori del dittatore venezuelano è stato sicuramente
Pablo Iglesias, capo del partito spagnolo di estrema sinistra
“Podemos”. Ma secondo alcune fonti giornalistiche citate dal
quotidiano online Ok diario, questa difesa sarebbe dovuta a motivi
che poco hanno a che fare con la democrazia e con il rispetto della
volontà popolare, come affermato dall'esponente politico spagnolo,
subito dopo il colpo di mano di Gaudiò, autoproclamatosi presidente
in pectore. Secondo il procuratore venezuelano, con passaporto
spagnolo, in esilio da quattro anni,
Miguel Ángel Martín Tortabú,
Maduro,
infatti, avrebbe dei conti segreti di svariate centinaia di milioni
di dollari nella isola caraibica di Granadinas, casualmente lo stesso
paradiso fiscale, in cui sarebbe stato effettuato un pagamento a
Iglesias di 273.000 dollari nel 2014. Esattamente nel marzo di
quell'anno, infatti, a soli due mesi dalla fondazione della sua nuova
formazione politica, il leader della sinistra spagnola avrebbe
ricevuto su un conto a lui intestato un bonifico di 272.325 dollari.
Il pagamento sarebbe stato dovuto per non meglio precisate consulenze
che Iglesias avrebbe svolto nel paese venezuelano su tematiche
sociali. Il pagamento fu effettuato per conto del ministro
dell'economia e finanze del popolo
Rodolfo Clemente Marco Torres.
Secondo quella che è la tesi del procuratore venezuelano, acerrimo
oppositore del regime Maduro, questi soldi invece servirono a
finanziare la propaganda politica del partito di Iglesias, e facevano
parte di un preciso progetto di finanziamento verso tutti i
principali partiti di sinistra in Europa. A quanto risulta da alcune
fonti giornalistiche differenti comunque Iglesias e Juan Carlos
Manadero, cofondatore di Podemos, lavorarono diversi mesi a Caracas,
nel 2013, per occuparsi anche dell'immagine della compagnia
petrolifera PDVSA, nei giorni scorsi colpita da un pacchetto di
sanzioni molto dure da parte dell'amministrazione americana. La
stessa società sarebbe tra le altre cose coinvolta nello scandalo
Oldebrecht, che ha sconvolto nei mesi scorsi la politica brasiliana,
determinando anche l'incriminazione dell'ex presidente Lula. “E'
tutto regolare- si è affermato ma commentare Iglesias- si tratta di
soldi pagati per consulenze retribuite. Podemos non è mai stata
finanziata da Chavez”. Sarà anche cosi, resta il fatto che sui
rapporti fra lui e Cahvez prima e Maduro dopo, sono anni che si
rincorrono voci piuttosto controverse in merito proprio alla
possibilità che il partito spagnolo abbia ricevuto finanziamenti più
o meno leciti dal Venezuela. Stando alle dichiarazioni
del leader spagnolo, il i soldi ricevuti da Maduro proveniva appunto
da una consulenza svolta per i governi di Venezuela, Ecuador, Bolivia
e Nicaragua sulla possibilità di creare una moneta unica per l'Alba,
l'alleanza bolivariana delle Americhe. Uno studio di due anni, per i
quali sarebbe stato pagato con il professore Manadero circa 200 mila
euro all'anno. Secondo il quotidiano el Economista, invece dal 2013
al 2016 Podemos avrebbe ricevuto finanziamenti, tramite la fondazione
CEPS, ora non più attiva, per oltre 8 milioni di euro dal regime
venezuelano. Secondo alcuni, Podemos sarebbe addirittura una vera e
propria emanazione del chavismo in Spagna. Il progetto pilota da
esportare prima in Gran Bretagna, non è assolutamente un mistero che
ci siano legami piuttosto stretti fra Jeremy Corbyn e lo stesso
Maduro, e di seguito fra i principali partiti di estrema sinistra nel
resto di Europa. Insomma i dubbi restano e la difesa che Iglesias ha
fatto di Chavez prima e Maduro ora, certamente non aiuta a dissipare
i tanti misteri che circolano da tempo sui rapporti fra Podemos e il
regime di sinistra venezuelano
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