martedì 30 giugno 2020

AGRICOLTURA PUGLIESE AL COLLASSO. E LA REGIONE LATITA


Quando qualche giorno fa, il presidente uscente della Regione Puglia, oltre che assessore ad interim dell’agricoltura, è andato a fare visita ad un importante caseificio del Barese, molti allevatori pugliesi forse si saranno sentiti presi in giro. Il settore lattiero caseario, infatti, è l’ultima della tante criticità, che tormentano un settore come l’agricoltura della Regione Puglia, che sembra ormai vicino al collasso. Gli allevatori, infatti, lamentano un mancato rispetto da parte di molti caseifici degli impegni nei pagamenti del latte (senza contare il prezzo già piuttosto esiguo a cui viene pagato) cosa che ha aggravato di molto la posizione finanziaria di molti allevatori, che da tempo lamentano una situazione diventata ormai insostenibile e aggravatasi ulteriormente dopo la pandemia da Covid 19. Gli aiuti promessi al settore, ad Aprile dalla Regione, quasi due milioni di euro, giudicati comunque insufficienti dalle associazioni di categoria, sembrano per ora rimasti solo nelle intenzioni del governo regionale, e a detta del presidente di Confagricoltura Luca Lazzaro, la situazione è insostenibile e sta diventando di rilevanza nazionale, come affermato dal presidente di Confagricoltura nazionale, Massimilano Giansanti, pochi giorni fa “ Il problema è che la Regione ha davvero sbagliato tutto con l’agricoltura, proprio a cominciare dai Psr ( Piani  di sviluppo rurale), che sono stati completamenti stravolti, rispetto a quelli della giunta precedente, ma sono stati fatti senza alcun criterio, come dimostrato dalla grottesca situazione delle graduatorie per i finanziamenti, annullate dalla recente decisione del Tar, e adesso il rischio di perdere del tutto i finanziamenti è altissimo.” Già la questione delle graduatorie, che avevano visto premiare alcune aziende agricole ed escludere altre, erano sempre a detta di Lazzaro, fatte con criteri scellerati, che premiavano “aziende con redditività basse e assolutamente fuori dal mercato e a cui quindi i finanziamenti servono a poco, mentre alcune escluse avrebbero avuto maggior diritto di accedere a questi finanziamenti.” Il risultato è stato quello di una valanga di ricorsi, portati anche davanti al Consiglio di Stato, dopo una prima decisione del Tar favorevole alla Regione, che ha determinato il successivo annullamento da parte dello stesso Tar, in secondo istanza, delle graduatorie preparate dalla Regione. Ora per non rischiare di perdere circa 800 milioni di euro di finanziamenti, senza contare la già concreta possibilità che le aziende beneficiarie, come da graduatorie pubblicate, si vedano costrette a restituire i fondi già erogati, servirebbe preparare nuove graduatorie e nuovi bandi entro Dicembre 2020, cosa che con le elezioni alle porte e considerando la lentezza burocratica ella macchina regionale pugliese, appare possibilità assai remota. La Puglia è comunque risultata l’ultima regione italiana come percentuale di fondi utilizzati nei psr, e le colpe non possono non ricadere sulla politica portata avanti dalla Regione, certificate anche dalle polemiche dimissioni dell’allora assessore delle politiche agricole Leonardo Di Gioia, nel luglio dello scorso anno, in aperta polemica con la gestione della giunta dei Psr e della politiche di sostegno al settore. “Inutile dire che è stata disastrosa la gestione del PSR in Puglia su cui stendiamo un velo pietoso – ha detto il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia in audizione in commissione agricoltura, in cui brillava per la sua assenza proprio il presidente Emiliano, Lunedi 29 Giugno - con il TAR che con un colpo di spugna ha azzerato le graduatorie. Oggi chiediamo quale sia lo stato dell’arte delle istruttorie. Chiediamo perché non si provveda ad attivare immediatamente tutti i bandi relativi alle sottomisure ancora ferme da anni. Rispetto alle istruttorie continua a permanere la grave carenza di organico che non consente i tempi celeri tanto auspicati, come per il bando degli agriturismi fermo al palo per mancanza di personale”. Lo stesso presidente di Coldiretti, che un mese fa dipingendo il quadro fosco della situazione, aveva definito come necessario una sorta di piano Marshall per l’agricoltura pugliese, per salvare l’agricoltura pugliese “Il settore florovivaistico perde già oltre 200 milioni di euro, quello agrituristico è completamente fermo e si registrano punte fino al 90% di mancate vendite di vino per la chiusura di ristoranti e bar, con un rinvio del 30% degli ordini dall’estero e il comparto della pesca è al collasso per l’azzeramento delle vendite di pescato fresco“ E se non bastasse tutto questo ad aumentare i problemi del settore c’è poi la epidemia di xylella, che non sembra ormai trovare più alcuna barriera alla sua diffusione. Dal leccese, zona da cui è partita, in pochi anni la malattia ha proseguito inesorabile la sua corsa, arrivando anche a Taranto e lambendo ormai anche la zona del barese ( precisamente nella zona di Locorotondo), con la contaminazione di circa 183mila ettari e 21 milioni di alberi. Anche qui un certo lassismo nel colpire l’epidemia alla radice ( mai come in questo caso termine potrebbe essere più appropriato), evitando di sradicare le prime piante malate. Il risultato è che adesso la produzione olearia di tutta la Regione è a forte rischio. Ma una recente ricerca scientifica ha affermato che questa epidemia potrebbe ulteriormente espandersi anche a tutta la zona del mediterraneo. Secondo, infatti, PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), settimanale scientifico della National Academy of Sciences degli Stati Uniti, in assenza dell’applicazione di misure fitosanitarie particolarmente drastiche, nei prossimi 50 anni le perdite derivanti dalla propagazione del patogeno, potrebbero ammontare a circa 5 miliardi per l'Italia, 17 per la Spagna  e 2 per la Grecia (in cui, attualmente, nessuna manifestazione della malattia è stata documentata), tre paesi che detengono circa il 95% della produzione europea d'olio d'oliva. Secondo alcuni esperti le ricadute negative a livello economico sul settore oleario pugliese, a causa della epidemia degli ulivi, attualmente ammonterebbero a circa 1,5 miliardi di euro, con perdite di valore dei terreni nel leccese nell’ordine del 50/70%, senza contare le perdite derivanti dalla mancata produzione di olio. Ma anche di questo la Regione ha mostrato in questi anni un certo lassismo ed anzi in una recente intervista il presidente, forse un po' incautamente, affermò che la xylella si era fermata negli ultimi quattro anni, in coincidenza con l’inizio del suo mandato. Purtroppo le cose non sono andate cosi e la situazione adesso rischia di sfuggire definitivamente di mano. Ma la xylella come afferma un coltivatore di Crispiano, nel tarantino, Vito Murgia, è stata solo “la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione che è via via sfuggita di mano. Noi produttori agricoli abbiamo dovuto scontare non solo le difficoltà del settore in genere, con mercati sempre più difficili e competitivi, ma anche una assenza totale di una politica agricola da parte della Regione”.

sabato 27 giugno 2020

PAYPAL PENSA AD UN SUO PROGETTO DI PAGAMENTI IN CRIPTOVALUTA


Paypal, il gigante dei pagamenti elettronici starebbe seriamente pensando ad offrire un proprio servizio di acquisto e vendita di criptovalute, attraverso il suo circuito di pagamenti. Attualmente PayPal può essere utilizzato come mezzo alternativo per prelevare fondi dagli scambi come Coinbase, ma questo sarebbe il primo in termini di offerta di vendite dirette di criptovalute. "La mia comprensione è che consentiranno acquisti e vendite di criptovalute direttamente da PayPal e Venmo", ha dichiarato nei giorni scorsi al giornale americano CoinDesk una fonte interna alla societa americana. "Avremo presto una sorta di funzionalità di portafoglio integrata in modo che tu possa memorizzarla lì."
Non è chiaro quale o quante criptovalute sarebbero disponibili. La fonte del settore ha affermato di aspettarsi che PayPal "lavorerà con piu criptovalute enon slo con Bircoin, per avere maggiori scambi e per ottenere maggiore liquidità".
Una seconda fonte ha confermato che PayPal sta cercando di offrire acquisti e vendite di criptovalute e ha affermato che il servizio potrebbe essere previsto "nei prossimi tre mesi, forse prima." PayPal ha rifiutato di commentare ufficialmente l'indiscrezione.
Gli exchange di criptovalute con base a San Francisco, Coinbase e Bitstamp con sede in Lussemburgo, e fra i principali cambia valute di cropotvalute al mondo, sono stati citati come probabili contendenti del progetto, da alcune fonti. Sia Coinbase che Bitstamp hanno rifiutato di commentare. Vale la pena notare che PayPal ha una relazione di lunga data con Coinbase, che risale al 2016. Nel 2018, Coinbase ha reso disponibili i prelievi di fiat istantanei a PayPal per i clienti statunitensi. L'anno scorso, gli utenti europei di Coinbase potevano ritirare i loro fondi direttamente dai loro conti PayPal, seguiti da utenti in Canada.
Nel frattempo, le app fintech che offrono criptovalute stanno aumentando e registrano volumi di tutto rispetto. Square, l'unicorno dei pagamenti lanciato dal CEO di Twitter Jack Dorsey, ha lanciato gli acquisti di bitcoin nella sua App Cash a metà 2018. La Cash App ha registrato $ 306 milioni di entrate in bitcoin nel suo rapporto sugli utili più recente.
Revolut, con sede a Londra, che ha iniziato a offrire criptovalute agli utenti a seguito di una partnership del 2017 con Bitstamp, ha raccolto $ 500 milioni a febbraio, valutando la piattaforma a $ 5,5 miliardi. Robinhood, l'app fintech che si ritiene stia alimentando il recente boom del retail nel trading di azioni, ha offerto per la prima volta criptovaluta a febbraio 2018. Insomma il mondo delle crypto è sempre più visto come un modo ovvio per rafforzare i numeri degli utenti sulle app fintech e creare nuovi flussi di entrate. Infatti, l'amministratore delegato di PayPal Dan Schulman ha chiarito che il suo piano quest'anno è di monetizzare in modo aggressivo Venmo, che ha oltre 52 milioni di account.
Intorno all'inizio del 2020, PayPal ha pubblicato offerte di lavoro per aumentare il suo nuovo gruppo di ricerca Blockchain. PayPal ha pubblicato otto posizioni di ingegneria: quattro a San Jose e quattro a Singapore.

Senza contare che Paypall faceva parte di quel gruppo di aziende che avevano aderito al progetto della nuova cripotvaluta di Facebook, Libra, per poi abbandonare il progetto come Visa e Mastercard. E non è certo azzardato supporre che anche Paypall, proprio come Mastercard e Visa, stia pensando a costruire un proprio ecosistema di pagamenti in blockchain e cripotvalute. In un'intervista con CoinDesk all'inizio di quest'anno, Sri Shivananda, Chief Technology Officer di PayPal, ha affermato che l'azienda stava valutando con grande interesse la  "prospettiva e visione sulla tecnologia [blockchain] per vedere come può aiutarci a contribuire al concetto di creazione di una piattaforma di pagamenti digitale aperta che può servire tutti ". Shivananda ha dichiarato di non essere in grado di commentare nessuno dei piani specifici futuri di PayPal. "Crediamo fortemente nel potenziale della blockchain. La digitalizzazione della valuta è solo una questione di quando non se ", ha infine detto Shivananda.

mercoledì 10 giugno 2020

LA DELICATA QUESTIONE DEI CORRIDOI TURISTICI EUROPEI


Malgrado il governo italiano cerchi da giorni di arrivare ad un accordo unitario in tuta la Ue, per evitare che singoli paesi possano fare accordi, come già accaduto, la situazione appare ancora molto confusa..L a recente riunione dei ministri del Turismo convocata per trovare un'intesa si è conclusa con un nulla di fatto. E mentre le compagnie aeree annunciano la riapertura progressiva dei voli interni all'Ue a partire dal 15 giugno, il rischio che questa stagione estiva si trasformi in un 'far west turistico', con flussi poco tracciabili e pericoli di nuove ondate di contagi, sembra sempre più concreto.“La Baviera, per esempio, sta facendo pressioni per mantenere i confini tedeschi chiusi il più a lungo possibile. Leggermente diversa la strategia di Vienna, che da settimane lavora a una sorta di corridoio turistico con Germania, Repubblica ceca e Croazia. “.

Ma anche altri paesi come Turchia, Grecia, Spagna e Portogallo sembrano desiderosi di adottare "corridoi di trasporto" per esempio verso i turisti del Regno Unito, non appena il governo consentirà ai vacanzieri britannici di visitare le località del Mediterraneo. Secondo il rigoroso nuovo sistema di quarantena del Regno Unito, infatti, la maggior parte dei visitatori deve autoisolarsi per due settimane.


Ma mentre il primo ministro Boris Johnson questa settimana ha affermato che la gente potrebbe fare le vacanze domestiche, ha aggiunto che i ministri stavano discutendo dell'adozione di corridoi di trasporto per escludere i paesi con bassi tassi di infezione dalle regole di quarantena. Ciò potrebbe accadere solo "quando l'evidenza dimostra che è sicuro farlo", ha aggiuntoMa i funzionari di diverse capitali europee hanno affermato di sperare in accordi prima della stagione estiva, riflettendo l'importanza economica dei turisti britannici per le località del Mediterraneo. Un funzionario governativo in Turchia, che ha ricevuto 2,6 milioni di vacanzieri nel Regno Unito lo scorso anno, ha detto al Financial Times che un accordo in tal senso sarebbe vicino, con una data provvisoria per la ripresa del viaggio tra i due paesi fissata per il 15 luglio. "Le due parti sono in stretto contatto ", Ha detto il funzionario. "Il Regno Unito è un paese molto importante per noi". La decisione finale dipenderà dalla traiettoria delle infezioni britanniche, ha aggiunto.

Reyes Maroto, il ministro del turismo spagnolo, ha affermato che il paese presto organizzerà programmi di turismo “pilota” nelle Isole Baleari e nelle Isole Canarie, sulla base di corridoi di viaggio, e ha discusso con il governo tedesco e l'operatore turistico Tui sul piano da adottare per portare anche i turisti tedeschi sulle coste spagnole. D'altra parte il bacino di utenza di turisti tedeschi rappresenta un bottino cospicuo, considerndo che nel 2019 sono stati quasi 60 milioni i turisti tedeschi giunti in Italia, che contende proprio alla Spagna il primato in questo senso. Curioso che l'Austria e la Croazia che sono al terzo e al quarto posto come numero di arrivi tedeschi nei loro confini, siano stati fra i primi a siglare accordi di questo tipo con le aiutorita tedesche, nel tentativo nenanche troppo velato di “rubare” turisti proprio a Italia e Spagna.


Ma gli spagnoli, in questo senso, sembrano essersi mossi piu rapidamente e meglio del nostro paese. Prova ne è che il ministro Marooto, a fine Maggio, ha incontrato i vertici della compagnia aerea tedesca Condor e quelli del tour operator britannico Jet2 holidays, per arrivare ad un accordo con loro, che possa salvare una stagione turistica, già fortemente compromessa. Più in generale, la Spagna allenterà la sua quarantena di 14 giorni il 1 ° luglio. Domenica scorso la stessa ministro Maroto ( da queste cose si denota quanto al nostro paese servirebbe un ministero ad hoc) ha comunque espresso scetticismo sulla prospettiva che i turisti britannici vengano in Spagna quest' estate, visti i tassi di infezione del Regno Unito, ma poi ha detto che il governo era assolutamente propenso comunque ad aprire i propri confini alla Gran Bretagna. "È il nostro principale mercato turistico", ha detto. "Confidiamo che molto presto potremo ricevere turisti britannici". Tutti gli aeroporti greci, invece, saranno aperti dal 1 ° luglio ai voli internazionali, compresi quelli britannici, con test casuali sugli arrivi. Un funzionario di Atene ha affermato che c'è stata una "intensa" discussione con il comitato consultivo degli epidemiologi del governo sull'opportunità di consentire ai turisti del Regno Unito di entrare nel paese dal 1 ° luglio o attendere fino alla caduta delle infezioni britanniche. Fa piuttosto specie notare invece il diverso atteggiamento che le autorità greche sembrano voler predisporre per i turisti italiani, sopratutto quelli delle Regioni del Nord.


Il Portogallo, dal canto suo, spera che il suo livello relativamente basso di casi di virus, contribuirà a garantire un accordo di ponte aereo con il Regno Unito, che lo scorso anno ha portato 3 milioni dei suoi 16 milioni di turisti stranieri. Augusto Santos Silva, ministro degli Esteri, ha dichiarato che potrebbe esserci un accordo entro la fine di giugno, con i visitatori in grado di tornare nel Regno Unito senza essere messi in quarantena. Il Portogallo prevede di controllare le temperature dei passeggeri al loro arrivo, ma ha escluso la quarantena dei turisti.

La mancanza di certezza attorno al nuovo schema di quarantena ha suscitato rabbia nel settore dei viaggi, con avvertimenti di un "impatto devastante" da parte di Karen Dee, amministratore delegato dell'Associazione degli operatori aeroportuali inglesi. "Il concetto di" ponti aerei "deve essere esaminato con urgenza per consentire viaggi in paesi a basso rischio, proteggendo al contempo il pubblico dagli arrivi ad alto rischio", ha affermato.  

sabato 6 giugno 2020

I DELICATI EQUILIBRI EUROPEI FRA USA E CINA



Mentre gli Stati Uniti esercitano pressioni sui loro alleati affinché si oppongano alla Cina, Pechino deve agire per ricostruire le sue relazioni con l'Unione europea, e cerca di fare questo utilizzando la cosiddetta diplomazia sanitaria. Inviare aiuti ai paesi europei in piena emergenza covid 19 per assicurarsi il loro favore.

Finora l'UE ha evitato di schierarsi in una rivalità Cina-USA che si è estesa su più fronti, ma Pechino non dovrebbe essere compiaciuta dopo una spaccatura economica con il blocco e la perdita di fiducia politica.

Quando Washington ha imposto delle tariffe sulle importazioni cinesi per scatenare la guerra commerciale USA-Cina nel 2018, Pechino ha avvertito l'Europa di non "pugnalare la Cina alle spalle", eppure il continente da allora ha criticato la Cina su questioni come il commercio, il coronavirus e le sue azioni repressive su Hong Kong.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato di recente che il gruppo G7 era "molto obsoleto" e dovrebbe essere ampliato per includere Russia, India, Australia e Corea del Sud - ma non la Cina.

Joerg Wuttke, presidente della Camera di commercio dell'Unione europea in Cina, ha affermato che le relazioni USA-Cina potrebbero continuare a declinare e che l'UE dovrebbe reagire a questa situazione.

L'Europa dovrebbe innanzitutto trovare i propri interessi ", ha affermato Wuttke.  “Non dovremmo seguire pedissequamente l'uno o l'altro. Abbiamo molto più cose in comune con gli Stati Uniti che con la Cina ... ma meglio non prendere posizioni troppo ferme ".

Funzionari dell'UE hanno ripetutamente affermato che la Ue per ora preferisce  non prendere posizione sulle tensioni tra Stati Uniti e Cina, in questa sua solita politica estera un po' ondivaga e poco coesa. Ma alcuni osservatori hanno affermato che la Cina potrebbe diventare un argomento chiave nelle discussioni politiche e di sicurezza di un G7 allargato

Secondo quanto riferito, la Gran Bretagna ha proposto che il G7 aggiunga India, Australia e Corea del Sud e formi un club 5G di 10 democrazie, soprannominato D10, per trovare alternative al produttore cinese di telecomunicazioni Huawei, oltre a rispondere ad altre preoccupazioni sulla Cina.

"La Cina e l'UE dovrebbero prendersi del tempo per riparare la fiducia reciproca che è stata lesa dalla pandemia", ha affermato Cui Hongjian, direttore del dipartimento per gli studi europei presso il China Institute of International Studies.

"La Cina dovrebbe in primo luogo mantenere le basi della cooperazione economica con l'UE: non vogliamo che i problemi con gli Stati Uniti si ripresentino con l'UE. L'UE sottolinea la fiducia e la reciprocità nelle nostre relazioni, e anche noi. "

La Cina ha affrontato un crescente contraccolpo internazionale per la sua gestione iniziale della pandemia di Covid-19 e delle posizioni diplomatiche combattive.  La recente decisione di imporre la legislazione sulla sicurezza nazionale a Hong Kong è emersa come un nuovo centro di critiche.

Pechino aveva sperato di portare avanti le sue relazioni con l'Europa attraverso progressi verso un accordo di investimento e un vertice di alto livello a settembre. Quel vertice di Lipsia è stato rinviato a causa della pandemia.

L'UE ha chiesto a Pechino di rimuovere gli ostacoli alle società europee che operano in Cina e ha lamentato che le sue imprese statali godono di un ingiusto vantaggio competitivo.

Mercoledì scorso, durante una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente cinese Xi Jinping ha affermato che la Cina si è impegnata a continuare ad aprire il suo mercato per gli investitori stranieri e ha sperato che la Germania potesse promuovere legami Cina-UE.

Ma Wuttke ha affermato che "un senso di arretramento internazionale" in Cina potrebbe minare i tentativi di cooperazione.


Le relazioni con gli Stati Uniti sono rafforzate e non vedo ancora alcuno sforzo per migliorare le relazioni con l'Europa ", ha affermato. "Non vedo alcun cambiamento nell'apertura ai prodotti europei o nel lavorare insieme per riformare l'Organizzazione mondiale del commercio, per esempio".

L'UE considera la Cina un partner negoziale, un concorrente economico e un rivale sistemico nella governance, secondo un rapporto sulle prospettive strategiche dell'UE dell'anno scorso che ha segnato un inasprimento della politica nei confronti di Pechino.

Shi Yinhong, consulente del governo cinese e professore di relazioni internazionali presso la Renmin University di Pechino, ha affermato che la recessione economica e l'attuazione dell'accordo commerciale interinale firmato con Washington a gennaio hanno contribuito a limitare la volontà di Pechino di aprire un canale privilegiato con l'Europa.

Le critiche del continente hanno recentemente riguardato i timori che la parziale autonomia di Hong Kong, garantita dal trattato internazionale, sia stata minata dalla decisione di Pechino di introdurre una legge sulla sicurezza nazionale in città.

Il capo della politica estera europea Josep Borrell ha detto martedì ai media tedeschi che le tensioni tra Stati Uniti e Cina rappresentavano una nuova normalità e che l'UE doveva "trovare una risposta", con Pechino che era "un partner indispensabile" nonostante le sue molte differenze con l'UE. "La Cina ha bisogno dell'Europa come mercato per i suoi prodotti, come investitore e fornitore di alta tecnologia e anche per il riconoscimento internazionale", ha dichiarato in un'intervista a Sueddeutsche Zeitung.  "Questi sono i nostri mezzi di pressione, dobbiamo usarli meglio". Insomma la matassa dei rapporti internazionali della Ue, con i tentativi maldestri della Commissione europea di usare un atteggiamento morbido di fronte alle accuse e alle pressioni sempre crescenti di avere spiegazioni dalla Cina sulla gestione della pandemia globale, dimostrano come gli interessi in gioco siano sopratutto di carattere economico, e in questo senso la Germania da sempre mantiene un rapporto strettissimo con la Cina in materia di scambi economici e commerciali.  Il rifiuto della Merkel di partecipare al G7 negli Stati Uniti è un segnale inequivocabile che la Germania non è certo interessata ad isolare un partner prezioso come quello cinese. E a maggior ragione adesso con una probabile dura recessione in arrivo.


NASCE IL PRIMO KIT ANTISOFISTICAZIONE OLIO EXTRAVERGINE

  Nasce il primo kit domestico per scoprire difetti, frodi e contraffazione di uno degli alimenti principi sulla tavola degli italiani, l’ol...