lunedì 20 luglio 2020

BLOCKCHAIN NUOVA FRONTIERA PER L' ID DIGITALE


Mentre si discute molto in Italia di identità digitale e del famigerato spid, che dovrebbe permettere ai cittadini un più rapido e facile accesso alla lenta e farraginosa macchina statale, è interessante analizzare come le nuove tecnologie potrebbero aiutare moltissimo in termini di sicurezza dei dati e di facilita di accesso.. In particolare parliamo di blockchain, la tecnologia decentralizzata dei blocchi, che proprio sui sistemi di pagamenti digitali e di identità e privacy dovrebbe, a detta degli esperti, essere la chiave di volta per  rendere i processi più agevoli, snelli e sicuri .L'ID digitale sulla blockchain sembra, infatti, essere riconosciuto come il futuro dei servizi statali e finanziari. . Le sue caratteristiche di non essere centralizzato e quindi sena l’ausilio o l’intervento diretto di un intermediario nel processo, consente maggiore sicurezza e facilità di accesso oltre ad un risparmio in termini di tempo e denaro. Perchè quando si parla di dati, si sa, la questione diventa assai sensibile e scivolosa, come il caso della app per i tracciamenti delle persone a rischio contagio Covid 19, Immuni, ha ampiamente dimostrato.  Nei primi tempi di Internet, era quasi impossibile identificare una persona, se non attraverso il proprio IP, legato all’identificativo del proprio pc o router che stava navigando in rete. Ma certamente questo sistema di identificazione non può certo essere utilizzato per potersi interfacciare con pubblica amministrazione o servizi finanziari o altri tipi di servizi che richiedono comunque un riconoscimento di dati sensibili strettamente personali. Per semplificare questa procedura, esiste appunto un ID digitale personale. Si tratta di una specie di passaporto digitale con firma elettronica integrata e dati biometrici, che ti consente di verificare i dati e identificare la persona quando riceve i servizi necessari. Da qualche tempo in Italia si sta faticosamente adottando questo sistema di riconoscimento per poter accedere ai servizi della PA o a quelli finanziari, senza doversi recare fisicamente negli appositi uffici preposti. Ma come detto all’inizio il percorso è, se vogliamo ancora ad uno stato se non embrionale, comunque non certo avanzato come in altri paesi europei e no.
Ad esempio, in Estonia, i cittadini possono aprire un conto bancario, firmare documenti e condurre affari utilizzando l'ID digitale, anche se si trovano a centinaia di migliaia di chilometri di distanza. Pertanto, in termini di sviluppo della democrazia elettronica e del commercio elettronico, l'identità digitale è un attributo necessario della vita moderna. Le aziende che lavorano alla gestione dell'identità spendono miliardi per garantire la facilità d'uso, la sicurezza e la privacy dei propri utenti. Secondo NEC Corporation, entro il 2021, le credenziali che gestiscono il mercato passeranno da $ 8 miliardi a $ 14,8 miliardi. E con i requisiti obbligatori richiesti dalle varie autorità finanziarie competenti, per identificare il mittente dei pagamenti crittografici, questo importo non potrà che aumentare. Allo stesso tempo, l'emergere appunto di tecnologie innovative, come la blockchain, sta trasferendo il mercato dei dati personali in una nuova area. Spesso uno dei problemi principali che si riscontra nel caso delle identità digitali è che esse vengono fornite da società provider, che allo stesso tempo si trovano a dover inevitabilmente maneggiare dati sensibili e cercare di rendere il più sicuro possibile la loro privacy. Tuttavia, non è noto come questi dati vengano e saranno utilizzati e come vengono mantenuti riservati. Casi del passato nemmeno troppo lontano hanno dimostrato come questi dati possano essere molto appetibili per aziende e società di marketing. Al fine di evitare tali situazioni, la blockchain consente all'utente di archiviare tutti i dati personali in modo indipendente e decidere autonomamente a chi dovrebbe essere fornito l'accesso alle proprie informazioni personali.
Molte aziende stanno lavorando allo sviluppo di tecnologia basata sugli ID distribuiti grazie alla tecnologia dei blocchi. Uno di questi è Fujitsu Laboratories, che ha creato una tecnologia per lo scambio di identità digitali. Di conseguenza, gli sviluppatori sperano di aumentare la sicurezza delle transazioni online e quindi ridurre il rischio di frode durante i trasferimenti di denaro online. Il sistema sviluppato consente agli utenti di confermare l'identità di altre persone e creare un sistema di classificazione dei partecipanti alla piattaforma basato su questi dati e comunicazioni.
L'approccio di Fujitsu Laboratories è abbastanza chiaro e il fine è quello di ridurre e limitare i danni dei furti di dati sensibili, sopratutto per frodi di tipo finanziario. Secondo uno studio di Javelin, azienda di consulenza specializzata nel controllo dei dati sensibili, le banche perdono tra i $ 15 miliardi e i $ 20 miliardi all'anno solo a causa di frodi di identificazione. Allo stesso tempo, secondo McKinsey, l'ID sulla blockchain consentirebbe alle banche di risparmiare circa $ 1 miliardo di costi operativi. Nel frattempo, le perdite dovute a frodi di dati sensibili possono essere ridotte a circa $ 7 miliardi - $ 9 miliardi. Un altro attore nel mercato degli ID decentralizzati è IBM Verify Credentials. Finora, il gigante della tecnologia ha rilasciato una versione alfa del suo sviluppo basata su Hyperledger Indy DLT. Questa è la blockchain autorizzata, che fornisce dati registrati nel registro, su richiesta. Consente all'utente di rete di decidere se aprire o meno l'accesso alle proprie informazioni personali a vari fornitori di servizi.
Gli sviluppatori si aspettano che questo sistema possa essere utilizzato nell'assistenza sanitaria, ad esempio, per determinare le richieste di risarcimento per un certificato medico adeguato. E anche nel campo della finanza. Ad esempio, le banche possono emettere prestiti in base ai dati sul reddito dei clienti o ai certificati di assunzione. Per implementare questa idea, IBM sta lavorando con la Decentralized Identity Foundation (DIF) e il World Wide Web Consortium (W3C) per creare standard aperti per gli ID digitali distribuiti. Vale la pena notare che Microsoft collabora anche con queste aziende per creare il suo ecosistema decentralizzato di ID (ION) (Identity Overlay Network), che funziona sulla base della blockchain che sta alla base della criptovaluta piu famosa, il bitcoin. Tra i vantaggi dell'utilizzo del sistema vi è la stessa sicurezza, pieno possesso e smaltimento delle informazioni private. Tuttavia, oltre ai "vantaggi" di possedere informazioni personali, ci sono anche "svantaggi". Dopotutto, come è noto, in caso di perdita di accesso a un portafoglio Bitcoin privato, il suo contenuto andrà irrimediabilmente perso. E, probabilmente, qualcosa di simile può accadere se l'utente perde l'accesso ai suoi dati personali. "Una domanda aperta nella comunità ora è come affrontare il recupero di un ID decentralizzato se il controllo è compromesso a seguito di furto o perdita di chiavi o dispositivi di accesso. Riteniamo che se gli utenti possiedono davvero le loro identità digitali, lo sviluppo dovrebbe essere progettato in modo tale che gli utenti abbiano l'opportunità di recuperare le proprie chiavi da soli ”, scrive Microsoft nel suo prodotto nel white paper pubblicato. Inoltre, se tradizionalmente tutta la responsabilità per la creazione e il mantenimento dei registri spetta allo stato, nel caso della blockchain, viene trasferita all'utente finale. Tuttavia, non è chiaro chi sarà responsabile degli errori nel database e come verranno ripristinati i dati in caso di perdita dell'accesso ad essi. È inoltre necessaria una regolamentazione in merito. Dopotutto, l'ID decentralizzato è nella sua essenza un riflesso digitale di qualsiasi altro ID. E per questo, i regolatori di tutto il mondo devono introdurre questo concetto nel campo legale





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