sabato 31 agosto 2019

VINCENTI E PERDENTI DELLA CRISI POLITICA

Ci sono due sicuri vincitori e  due sicuri perdenti, mentre per altri due protagonisti il giudizio rimane sospeso a metà, in questa strana crisi di mezzo Agosto. Vediamo di argomentare questa situazione  che potrebbe  apparire  un gioco, ma che invece dovrebbe  delineare i futuri assetti della politica italiana. Chi sicuro esce perdente, e certamente colui da cui tutto è partito, e cioè quel Salvini, che ha deciso di scatenare la crisi. Il suo gesto è stato sicuramente avventato, ma ancora peggio a nostro avviso è stato il suo successivo tentativo di ricucire lo strappo con i cinque stelle. Il “ popolo”, a cui lui si rivolge, ama i capitani coraggiosi e questo atteggiamento del leader della Lega così ondivago e poco chiaro non può che danneggiare uno che viene definito dalle sue truppe proprio come il “capitano”. La sconfitta di Salvini non può che essere una vittoria per chi avrebbe dovuto essere invece spazzato via proprio dall’apertura della crisi, e cioè il prenier uscente e subito  rientrante Giuseppe Conte. L'avvocato prestato alla politica, arrivato a Palazzo Chigi come una sorta di ciambellano, a servizio di chi avrebbe dovuto davvero dettare la linea e cioè i due vicepremier Salvini e Di Maio, con tenacia e pazienza ha saputo costurisi un suo ruolo sia in Italia, ma sopratutto all' estero, Conte è entrato cardinale ed è uscito papa, si potrebbe chiosare. La fiducia della gente in lui secondo gli ultimi  sondaggi sembra toccare percentuali bulgare. Il nuovo incarico sarà per lui probabilmente un viatico verso uno stabile ruolo da protagonista della politica nazionale. Come per Conte la gestione della crisi è stata una sorta di consacrazione, così invece per chi, come Di Maio, paradossalmente, lo ha portato alla ribalta e lo ha imposto nuovamente  come presidente del nascente governo ( forse obtorto collo) la situazione creatasi con la crisi segnerà probabilmente la sua fine politica, Anche qui più che la sua azione come capo del movimento, ha destato forse sconcerto lo stesso atteggiamento ondivago del suo omologo leghista. Troppo ambizioso forse, malgrado neghi apertamente di aspirare a poltrone ( anche se uno dei nodi della alleanza con la Lega fu proprio rappresentato dalla sua volontà di essere premier) per accontentarsi di un ruolo subalterno, dove il PD sembra volerlo relegare. E indubbio che la mossa di Salvini abbia avuto l effetto forse meno sperato proprio dal leader della Lega e cioè togliere di mezzo il suo alleato forse più fedele. Lo stesso segretario del PD però non può certo dirsi vincente da questa estenuante trattiva con i 5 stelle. La sua volontà era sicuramente quella di andare ad elezioni. E’ evidente come l'accettazione di Conte come premier, sia sembrata in qualche modo imposta al buon Zinga, che di certo alla sua prima occasione da segretario non ha destato una grande impressione come leader. Questo perché è ancora troppo forte ed autorevole il peso di Renzi all’interno del partito, Ecco allora che mentre il segretario PD può essere considerato come un perdente a metà della contesa, specularmente lo stesso Renzi si rilancia. Fin dalle prime battute il senatore di Scandicci, infatti, ha messo in pista tutta la sua forza parlamentare per far passare la linea del governo giallorosso. Forse, ma questo si scoprirà solo in seguito, proprio per fare uno sgarbo al suo attuale segretrio e minarne ancora di più la credibilità, sia fuori che dentro il partito ( per avere conferme in tal senso Zingaretti potrebbe chiedere al buon Letta). Last but not least come non citare la seconda vincente di questa stranissima crisi e cioè quella Giorgia Meloni, che esce dalla crisi di governo ancora più forte e più credibile. La sua posizione all'interno dello schieramento di centrodestra, è infatti rimasta immacolata da qualsiasi commistione con esperienze di governo e di spartizione di poltrone, come la Lega, e il sui allungo su Forza Italia potrà avere ancora più abbrivio, senza escludere qualche probabile piccolo spostamento di voti amche dalla formazione di Salvini. Ecco allora che a buon ragione la ragazza della Garbatella può rivendicare per sé un ruolo ancora più da protagonista all'interno del proprio schieramento. E evidente, infatti, che lei può contare sull'inevitabile momento di difficoltà della Lega e del suo leader. Il suo richiamo alla piazza non è banale ma indica che forse sotto sotto, a lei questa situazione non può che far comodo, perché il nuovo governo nasce tra mille difficoltà e forse lei, come forza di opposizione, ha piu credibilità anche dello stesso Salvini. Infine merita forse una menzione anche il mai domo Silvio Berlusconi, che malgrado il peso del suo partito sia ormai ai minimi termini, potrebbe, come la Meloni, avere un vantaggio competitivo, dal fatto che ora la Lega  avrà bisogno come il pane anche di FI per vincere alle prossime elezioni amministrative. Si vedrà se è come queste posizioni fin qui delineate evolveranno nel corso dei mesi. Molto dipenderà da quelle che saranno le prime mosse del nuovo governo. Poi le prossime elezioni regionali in Emilia Romagna rischiano di essere un vero spartiacque anche a livello nazionale. La vittoria o meno in una regione da sempre in mano alla sinistra, che potrebbe essere a questo punto paragonata ad una sorta di swing state in salsa italiana, sarà probabilmente determinante anche per la continuazione o meno dell avventura di questa nuova bizzarra maggioranza.
vcaccioppoli@gmail.com

sabato 24 agosto 2019

CRIPTOVALUTE IN TEMPI DI CRISI


Sono molte le avvisaglie che sembrano preconizzare il prossimo imminente arrivo di una nuova recessione. Per esempio se si guarda alla curva dei rendimenti, che è comunemente considerata dagli economisti come il principale predittore di una recessione, è stata costantemente in calo in questo ultimo anno. I mercati globali in generale hanno registrato una tendenza al ribasso dall'inizio dell'anno,portando molti economisti a prevedere una imminente crisi economica. D’ altra parte gli indicatori economici manifestano un deciso rallentamento della produzione industriale e della domanda, non solo in Europa, ma anche in Asia e in USA. Le politiche protezionistiche di Trump poi stanno facendo il resto. Pertanto, considerando che nel 2008 in occasione della ultima grande crisi economica mondiale non esistevano ancora le criptovalute, può essere interessante capire come esse potrebbero comportarsi, in caso di recessione o rallentamento decisivo economico a livello globale. Il mercato delle criptovalute si trova, infatti, in una posizione piuttosto  precaria, ma potenzialmente molto promettente. Mentre gli investimenti speculativi non tendono ad avere buoni risultati durante una recessione, l'uso potenziale della valuta digitale decentralizzata come alternativa alla fiat - sia come forma di pagamento che come riserva di valore - può significare che una recessione potrebbe effettivamente aiutare a spingere le criptovalute nel cosiddetto “ mainstream”o meglio verso una loro adozione di massa,cosa che finora non si è ancora verificata. Questa tesi è rafforzata da quello accaduto in questi ultimi due anni, in paesi, come Venezuela e Argentina da tempo alle prese con grandissimi problemi di iperinflazione e grave recessione, dove effettivamente l'adozione di alcune  criptovalute ha raggiunto sicuramente  una maggiore diffusione che in altri paesi,dove la situazione economica è sicuramente più tranquilla. 
La prima metà del 2018 è stata piuttosto interlocutoria  per il mercato delle criptovalute,. Dopo aver raggiunto un prezzo elevato di tutti i tempi di circa $ 20.000 a gennaio, Bitcoin, infatti da allora è diminuito in modo significativo ed è arrivato fino ai 3000 $. Molte criptovalute che sulla scorta dei grandi guadagni di Bitcoin erano salite notevolmente ora hanno perso fino al 90% del loro valore. Poi proprio quando i primi segnali di crisi globale cominciavano ad affacciarsi ad inizio 2019, il bitcoin ha ripreso a volare, arrivando a toccare quasi i 14000 $. Questo anche  perché  per molti il Bitcoin può essere visto  come un rifugio sicuro, come per esempio l'analista di Bloomberg Mike McGlone che di recente ha scritto che la criptovaluta "sta guadagnando trazione come riserva di valore e oro digitale". Eidoo ha da poco rilasciata una sua criptovaluta legata direttamente alla quotazione dell’oro Ekon gold, proprio per rendere più semplice l’investimento in oro, attraverso un token, la cui quotazione è strettamente  correlata proprio all’ oro. Ma questo di per sé non rappresenterebbe per forza un segnale di crescita del Bitcoin. In un contesto di forte recessione, infatti. tutte le attività vengono vendute, “anche nella crisi finanziaria globale del 2008, dove l'oro è stato svenduto", afferma Leigh Travers, ceo di Digital X limited. La sua tesi è corroborata dal fatto che, tra marzo 2008 e novembre 2008,il prezzo dell'oro è sceso da USD 31,633 al kg a USD 23,802. Ma sicuramente in caso di crisi l oro è da sempre rappresentato come il bene rifugio per eccellenza e sempre restando al discorso iniziale, non è un caso che nel 2019 il metallo più prezioso si sia fortemente apprezzato. Il Bitcoin in questo senso ha molte delle caratteristiche che possiede il metallo prezioso, come la difficoltà di estrazione e la sua rarità che rende il suo valore durevole nel tempo.

Bitcoin è stato rilasciato nel 2009 da Satoshi Nakamoto come copertura contro future crisi finanziarie. Il primo blocco estratto sulla blockchain di Bitcoin, chiamato blocco della genesi, includeva il testo "The Times 03 / Jan / 2009 Cancelliere sull'orlo del secondo piano di salvataggio per le banche". Questo è degno di nota perché sono state effettuate le prime poche transazioni sulla rete prima che Bitcoin fosse rilasciato pubblicamente. Il riferimento a un salvataggio bancario fornisce prove concrete che la criptovaluta è stata sviluppata come soluzione all'instabilità dell'economia mondiale.Poiché la tecnologia blockchain è decentralizzata, le criptovalute sono al di fuori del controllo di governi e banche centrali. Nel caso in cui la recessione colpisca ancora una volta gli Stati Uniti, il grande pubblico potrà invece ricorrere a un'alternativa basata sulla tecnologia blockchain. Mentre il governo può sempre stampare più denaro e aggiungere l'importo attualmente in circolazione, ciò non è possibile con la maggior parte delle criptovalute. Inoltre, i prezzi delle criptovalute dipendono esclusivamente dalle dinamiche della domanda e dell'offerta e sono, per la maggior parte, liberi dalla supervisione o dall'intervento del governo. Mentre è impossibile sapere come una recessione possa influenzare esattamente i mercati globali, è ragionevole credere che le criptovalute vedranno una maggiore adozione. Tuttavia, la stessa possibilità non si applica a tutte le circa 1500 criptovalute oggi sul mercato. Dopotutto, la maggior parte delle startup blockchain che emettono token dopo un'offerta iniziale di monete non hanno un prodotto funzionante anche dopo diversi mesi. Con un'economia in declino, le criptovalute hanno maggiori probabilità di essere utilizzate come alternativa alla fiat per pagamenti e risparmi, non tanto come token di utilità per applicazioni di blockchain di nicchia.Il bitcoin sarà probabilmente la prima criptovaluta a cui il mondo si rivolgerà se non altro perché questa è l'unica alternativa più conosciuta. Tuttavia, allo stato attuale, la rete Bitcoin non può davvero gestire un grande afflusso di transazioni. L'ultima volta che è successo, nel dicembre 2017, le commissioni di transazione sono aumentate a due cifre, rendendo impossibili i piccoli scambi. Ethereum, Litecoin e Bitcoin Cash possono essere tutti utilizzati per i pagamenti e ciascuno può supportare un discreto carico di transazione. Questa potrebbe anche essere un'opportunità per far salire le criptovalute senza eccessi speculativi.Nano, ad esempio, non ha commissioni di transazione e vanta tempi di conferma di pochi secondi.x

sabato 17 agosto 2019

BITCOIN VICINO AL SUO MOMENTO DECISIVO..?



La grande crisi finanziaria del 2008 ha frenato l'economia globale.  È stato diagnosticato un problema di liquidità, quindi la Federal Reserve ha risposto rapidamente con un programma di "quantitative easing" da $ 600 miliardi.  Nel corso dei seguenti  quattro anni, la Fed ha iniettato altri 4 trilioni di dollari nell'economia. Questo ha sicuramente permesso all'economia americana di riprendersi evitando un vero e proprio tracollo. Ma i problemi alla base non sono stati risolti e potrebbero ritornare anche con maggiore virulenza. Le banche centrali, infatti, sono diventate i principali attori del mercato azionario.  Il valore dell'investimento dipende dalle decisioni delle grandi istituzioni finanziarie e i grandi fondi di investimento, che con le loro azioni sono stati alla base della grande recessione mondiale. I tassi di interesse e i pacchetti di stimolo guidano le valutazioni azionarie ora, ma rischiano alla fine di drogare le valutazioni. Solo la narrazione su ciò che la Fed farà in futuro, definita "orientamento in avanti" - un nuovo strumento creato dalla Fed dopo il 2008 perché la sua” cassetta degli attrezzi” esistente non era abbastanza efficace - può spostare i mercati più di qualsiasi altro indicatore economico tradizionale. Sia la Fed che la Bce hanno fatto capire di essere pronti ad una nuova potente iniezione di liquidità, dal momento che le prime avvisaglie di crisi si sono già mostrate sia in Europa che in America., dove la curva dei rendimenti dei bond per la prima volta dopo dieci anni e in calo e questo come si sa e da sempre sintomo di frenata economica imminente.
Ma si è certi che iniezione di liquidità possa davvero essere la soluzione alle crisi economiche sempre più frequenti e violente..?
Ciò che è iniziato come un'azione governativa di emergenza si è trasformato in una politica governativa permanente. Wall Street adora lo status quo perché è ottimo per i prezzi delle azioni e i politici sono felici quando Wall Street è felice.  La probabilità che i politici cambino volontariamente il sistema è quasi zero a questo punto. Ma il risultato che si rischia di avere e quello di arricchire pochi fortunati a danni della massa di popolazione che raccoglie solo le briciole di tutta questa politica espansiva. Proprio per contrastare questo nel 2009 nacque Bitcoin. Secondo gli ideatori della valuta digitale infatti, questa avrebbe dovuto essere a disposizione di tutti liberamente senza intervento di grandi istituzioni centrali che decidessero le economie monetarie a favore die solito noto. Ecco il senso di creare un sistema decentralizzato come la blockchain. Forse però malgrado ancora molti vedono le criptovalute come un pericolo qualcosa sta cambiando and e fra i grandi operatori finanziari. La migliore analisi che ho letto finora è di Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates, il più grande hedge fund al mondo.Dalio, infatti, afferma che ci stiamo avvicinando a un "cambio di paradigma".“continuare la politica monetaria allentata dell'ultimo decennio è insostenibile.  Andando avanti, le banche centrali troveranno difficile abbassare i tassi perché sono già allo 0% o quasi” dice il celebre investitore. Inoltre, l'allentamento quantitativo sta perdendo la sua efficacia perché le aziende non investono denaro nell'economia più ampia.  Tutto ciò significa che sono sempre più probabili forme di allentamento più aggressive, come gli ammortamenti valutari e la monetizzazione del debito. Vale la pena citare direttamente Dalio qui: "Penso che sia molto probabile che nei prossimi anni  ci sarà un'enorme quantità di debito e  passività non debitorie (ad es. pensione e assistenza sanitaria) che verranno sempre più dovute e non potranno essere finanziate con attività.  Detto diversamente, penso che il paradigma in cui ci troviamo finirà molto probabilmente quando a) i rendimenti dei tassi di interesse reali saranno spinti così in basso che gli investitori che detengono il debito non vorranno tenerlo e inizieranno a passare a qualcosa che pensano sia meglio  e b) contemporaneamente, la grande necessità di denaro per finanziare le passività contribuirà alla "grande compressione".
Nell'ultimo decennio, Bitcoin e diventato un fenomeno globale, che attualmente vale quasi 200 miliardi di dollari.  La maggior parte delle persone nella comunità Bitcoin inizialmente lo considerava un mezzo di scambio, simile a una valuta globale.  Da allora, la visione si è spostata verso un'evoluzione graduale a partire da una riserva di valore - simile all'oro - e solo quando verrà raggiunta l'adozione di massa e la stabilità dei prezzi inizierà a diventare un mezzo di scambio. Questo cambiamento di visione è stato principalmente una realizzazione pragmatica che nessuno vuole spendere un bene oggi che potrebbe valere molto di più domani.
Molti hanno paragonato il bitcoin all'oro ma sono diverse le differenze che forse rendono Bitcoin ancora più attraente come riserva di valore rispetto all oro
Oltre ad essere una riserva  di valore, l'oro ha un'utilità funzionale come un metallo prezioso utilizzato in gioielleria, produzione, medicina e altro ancora.  Ma non tornerà mai al suo antico status di mezzo di scambio nel mondo globalizzato di oggi, semplicemente a causa della fisica: pesa troppo.  L'utilità di Bitcoin, d'altra parte, è il suo potenziale per diventare un giorno un mezzo di scambio veloce, economico e senza confini perché oltre ad essere un negozio di valore, non pesa nulla.  Quindi al momento, l'utilità di Bitcoin è certamente speculativa, ma la sua utilità potenziale è ordini di grandezza più grandi di quello dell'oro. Il bitcoin è più scarso dell'oro
L'oro continua a essere estratto dalla terra ogni anno e la sua scarsità dipende dalla tecnologia, il che significa che la scarsità potrebbe diminuire significativamente con una tecnologia migliore.  D'altra parte, il codice Bitcoin limita l'offerta totale a 21 milioni.  È l'unica risorsa al mondo che è deterministicamente limitata, il che significa che ci sono prove matematiche di esattamente quanto ne esisterà mai.  La scarsità matematica è molto più preziosa della scarsità tecnologica.
Bitcoin sta rapidamente guadagnando popolarità tra i millennial, Quasi un millennio su cinque preferisce il Bitcoin all'oro secondo un recente sondaggio.  Potrebbe non sembrare impressionante, ma ciò rappresenta un aumento del 19% rispetto a due anni prima.  Ha senso che l'interesse dei millennial sta crescendo.  Sono una generazione privata del debito che nuota nel debito e vede il nostro sistema politico come una truffa.  Dal loro punto di vista, il loro futuro è stato rubato loro per pagare il presente.
Dove possono investire?  Le azioni a questo punto sono le più costose che siano mai state.  I conti di risparmio sono uno scherzo.  Le obbligazioni non hanno rendimento.  Gli immobili sono inaccessibili, sempre alti.  In che modo i millennial possono aumentare la loro ricchezza quando tutti gli investimenti hanno rendimenti imputati negativi per i prossimi decenni?  Acquistando appunto Bitcoin. Infine Se il Bitcoin dovesse guadagnare solo il 10% della capitalizzazione di mercato di $ 8 trilioni d'oro, ciò porterebbe Bitcoin a circa $ 45.000 per moneta, o il 500% in più rispetto al suo valore attuale. Senza contare che la quantità di Bitcoin “estraibili “ è limitata e si sa da tempo che consiste in 21 milioni di pezzi. Facile perciò immaginare che il suo valore non pitta che crescere. Insomma molte sono le incognite intorno al mondo delle criptovalute ma molto probabilmente parte di queste si diraderanno in occasione della prossima recessione globale. Non resta che aspettare forse qualche mese ancora 

Dalio ha fatto un lavoro straordinario descrivendo le complessità del cambio di paradigma nel suo stile tipicamente succinto e accessibile.  Ma ha ignorato l'elefante nella stanza.  C'è un altro potente cambio di paradigma che si sta svolgendo proprio in questo momento che, per coincidenza o no, è sorto dalle ceneri della crisi finanziaria di un decennio fa.  E questo è proprio  Bitcoin.
Tanto per cominciare  Bitcoin ha più potenziale utilità rispetto all'oro

martedì 6 agosto 2019

NASCE LA PRIMA BANCA CRITPO IN SVIZZERA

La piccola città di Zugo in Svizzera ha guadagnato fama mondiale negli ultimi due anni come la nuova  "Crypto Valley". La Svizzera è stata tradizionalmente una calamita per la maggior parte della ricca élite e degli investitori di tutto il mondo con la sua solida infrastruttura aziendale, la minima burocrazia , bassa corruzione, di stanza proprio nel cuore dell'Europa. Questi ingredienti insieme alla legislazione sulla privacy, la disponibilità di talenti di livello mondiale con il governo locale amico di Crypto hanno spinto questa città di 30.000 persone alla posizione del secondo più grande mercato ICO nel mondo nel 2017. Anche se in classifica  Zugo è scesa di alcuni punti quest'anno, arrivando al sesto posto, agisce ancora come importante incubatrice Blockchain per molti dei prossimi progetti innovativi.
La città ha già registrato alcuni record nel settore blockchain e criptovalute  - diventando la prima città al mondo ad accettare pagamenti Bitcoin per le tasse municipali nel 2016, l'anno successivo nel 2017 ha visto la città implementare il sistema di identificazione digitale per i suoi cittadini, seguendolo con una blockchain locale sistema di voto basato sul 2018 nel 2018. A parte questo, Zug ospita la Crypto Valley Association (CVA), un'entità no profit sostenuta dal governo che ha il mandato di supportare startup blockchain, ospitare eventi del settore, creare standard e regolamenti e connettersi con altri centri di innovazione mentre si lavora con la FINMA (regolatore del mercato finanziario svizzero).
In questo ultimo anno la forte flessione dei prezzi delle monete digitali, i progetti Crypto hanno avuto un conseguente rallentamento. Ma una startup con sede appunto a Zugo, SEBA Crypto AG , ha compiuto un passo coraggioso nel lancio di una banca crittografica regolamentata, che offrirebbe servizi ad ampio raggio tra cui il trading di criptovaluta, la sottoscrizione ICO, la consulenza, il finanziamento aziendale, la gestione patrimoniale e i servizi di custodia per le istituzioni. La SEBA ha già richiesto una licenza per titoli e commercianti con la FINMA e prevede di riceverla a volte nel nuovo anno.
Nel primo round di finanziamenti, l'impresa  ha incassato circa $ 103 milioni. Tra i principali investitori vi sono il BlackRiver Asset Management della Svizzera e Summer Capital, fondo con sede a Hong Kong, oltre ad altri attori pubblici e privati ​​di Svizzera, Cina, Hong Kong, Singapore e Malesia. La banca sarà guidata da Guido Buehler e Andreas Amschwand, ex dirigenti della banca UBS. L'esperienza e le connessioni di questi prolifici banchieri aggiungono credibilità al Progetto. La banca intende avviare le sue operazioni a partire dal 2019 da Zurigo, prima di espandersi negli altri hub finanziari di tutto il mondo.
Ma anche in Usa, Goldman Sachs ha di recente  appoggiato la startup Crypto Circle, facendo richiesta per una licenza federale negli Stati Uniti per operare come entità autorizzata per offrire servizi di intermediazione e trading Crypto in tutti i 50 stati del paese. Mentre Fred Schebesta, uno dei principali imprenditori tecnologici australiani, prevede di aprire una banca Crypto in Australia per soddisfare le crescenti esigenze delle criptovalute poiché le banche tradizionali hanno una certa riluttanza  nel occuparsi di monete digitali. Schebesta dichiara di poter eseguire l'operazione entro 18 mesi, ma ha bisogno di una licenza di istituto di deposito (ADI) autorizzata che è già stata richiesta. Per ora, la banca Crypto con sede in Svizzera quindi sembra essere sulla buona strada per diventare un pioniere nel settore bancario Crypto. 

venerdì 2 agosto 2019

WALMART PREPARA LA SUA CRIPTOVALUTA

Walmart ha registrato un brevetto per la creazione di una stablecoin ancorata al dollaro americano. Malgrado tutte le polemiche seguite all’annuncio della possibile creazione della cripto valute di Facebook, Libra, l’interesse verso le criptovalute continua ad essere molto alto fra i colossi statunitensi. Walmart è una tra le più importanti catene di negozi per la vendita al dettaglio di tutto il mondo fondata nel 1962, è un vero colosso del commercio al dettaglio mondiale.
Negli anni passati la grande diffusione dell’ecommerce, con la vera esplosione di Amazon, ha messo in grande difficoltà i conti dell’azienda. L’acquisto del colosso indiano dell’ecommerce Flikpart per la cifra record di 16 miliardi di dollari, era proprio volta ad una maggiore espansione nel commercio elettronico. Ora questa notizia dimostra come il gigante americano voglia continuare nel suo percorso verso l'innovazione digitale.

Qualche mese fa, infatti, si era parlato già di un progetto sulla blockchain di concerto con IBM, per il settore food, ma ora questa possibilità che Walmart crei una sua stablecoin sembra un ulteriore passo avanti sulla scena blockchain e crypto. Il brevetto depositato della stablecoins di Walmart indicherebbe che la sua valuta digitale possa rappresentare un sostituto per persone che hanno difficoltà ad avere un conto bancario ( la stessa identica finalità indicata da Facebook per Libra), offrendo appunto la possibilità di avere un portafoglio digitale per depositare fondi.

“La valuta digitale può fornire un deposito monetario digitale esente da commissioni o comunque commissioni molto basse, per avere a disposizione denaro che può essere speso ad esempio, presso i rivenditori o, se necessario, possa essere facilmente convertita in valuta corrente. Tali conti potrebbero persino guadagnare interessi.

"Tutto sicuramente molto interessante, ma il problema è che si rischia di incorrere nelle difficoltà dal punto di vista normativo e regolatorio riscontrate da Libra, che non a caso ha fatto sapere che il suo per ora è solo un progetto e non è assolutamente certo se e quando verrà effettivamente realizzato". Anche perché scorrendo il whitepaper del brevetto si legge che “la valuta digitale può essere legata a una valuta nazionale, come il dollaro USA, quindi i fondi possono essere aggiunti o prelevati facilmente. Il valore della valuta digitale potrebbe, in qualche forma di realizzazione, essere legato ad altre valute digitali".

Walmart, come detto, aveva già mostrato in passato grande interesse per la tecnologia blockchain, con la sua partecipazione a MediLedger, un consorzio che ha sviluppato una blockchain per tracciare la provenienza dei prodotti farmaceutici. In precedenza, la multinazionale americana invece aveva già siglato un accordo con IBM denominato Food Trust: un sistema capace di tracciare i prodotti venduti all’interno dei negozi attraverso la piattaforma Hyperledger Fabric. Insomma, il colosso statunitense dopo essere stato sorpreso dai grandi di colossi della e-commerce, adesso non vuole commettere lo stesso errore e si sta preparando per tempo a quella che secondo molti sarà la innovazione tecnologica più importante degli ultimi trenta anni.

NASCE IL PRIMO KIT ANTISOFISTICAZIONE OLIO EXTRAVERGINE

  Nasce il primo kit domestico per scoprire difetti, frodi e contraffazione di uno degli alimenti principi sulla tavola degli italiani, l’ol...