sabato 11 gennaio 2020

SE ANTIFASCISMO DIVENTA INTOLLERANZA

L'ultima polemica in ordine di tempo ha riguardato un paio di parastinchi indossati dal giocatore dell’Inter Biraghi. Un uragano di insulti via web dai professionisti dell'odio che sempre più si nascondono sotto la troppo facile ed abusata bandiera dell'antifascismo sono piovute sul giocatore reo di aver usato parastinchi con supposte effigi fasciste. L'immagine di un elmo spartano, simbolo caro al giocatore, fan del film Trecento. Quanto alla scritta "Vae Victis" - secondo lo storico Livio, pronunciata dal condottiero dei galli senoni Brenno nel 390 a.C. - sarebbe vissuta dal giocatore come un'incitazione a vincere. Povero Biraghi che ha dovuto spinto dalla società immediatamente giustificarsi di fronte non si a quale colpa, se non quella di avere osato solo ricordare seppur lontanamente un passato certamente triste e buio, ma che appunto tale è destinato a rimanere. E singolare che la medesima cosa non avvenga in Germania, patria del nazismo. Mai a livello politico si ricorda qualche polemica in cui venisse rievocato il periodo del nazismo. Mentre in Spagna proprio quando sulla scena si affaccia un partito di destra come Vox in grado di raccogliere grandi consensi ecco cominciare una caccia alle streghe per salvare il paese dai nuovi eredi di Franco. Addirittura Sanchez voleva mettere una sorta di cordone sanitario per non permettere a Vox di accedere ai posti che le spettavano nell'ufficio di presidenza della Camera. Questo non è forse razzismo o privazione della legittima libertà di pensiero..? In Italia invece ogni minima scusa e buona per tirare fuori il pericolo nero. Ne sa qualcosa la sempre più convivente Giorgia Meloni, che oltre a dover combattere con il pregiudizio di essere donna, le tocca pure difendersi dalle accuse di essere una sorta di nipotina dei gerarchi. Non conta quello che si dice e quello che si fa. Si ha una sorta di marchio ( tanto per restare a qualcosa tristemente noto sotto il periodo nazista e fascista verso i poveri ebrei) solo perché magari si ha un atteggiamento più duro verso temi quali la sicurezza l'immigrazione senza controllo. Nell'ultimo bel libro di Vespa, che non a caso è dedicato proprio a questo argomento, il ministro della cultura Franceschini ha candidamente paragonato il governo giallorosso a quello di Facta che fu il preludio a quello Mussoliniano. Beh il fatto che un importante dirigente del PD si lanci in un simile paragone, indica due cose che si ha paura di Salvini e della destra e che non si come combatterla sul campo delle idee e perciò si evoca la paura, che fa spesso da collante a chi ha povertà di idee e a quelli che appunto affidano ad altri la risoluzione dei problemi. Ma non si va lontano se come unica arma di lotta politica si usa la paura e l incubo di un passato che mai potrà tornare, come ben spiega Bruno Vespa nella sua ultima fatica letteraria tornerà. La causa scatenante di questa nuova ondata di antifascismo come appunto ha apertamente detto Franceschini ha un nome ed un cognome:Matteo Salvini. La improvvisa ascesa lo ha di fatto reso il facile bersaglio di tutte le paranoie, gli isterismi,le contraddizioni e le debolezze che pervadono la sinistra da oltre un decennio. Quando non si sa come fermare il “nemico” questa sinistra, che lei si non riesce a liberarsi di tutto quel mondo che orbita intorno ai centri sociali e all'estremismo di sinistra, lo addita al pubblico ludibrio come pericolo fascista. Tu non puoi governare perché sei piccolo e nero. Qualsiasi affermazione un oltre righe o atteggiamento ruvido e subito sintomo di fascismo ed estremismo. Mentre quando la medesima cosa accade nell altro versante si tende ad abbozzare. Ma tant'è si continua ad offendere chi non la pensa allo stesso modo sempre con la solita solfa del fascismo e del nazismo, magari citando qualche decerebrato che su internet o attraverso la curva ancora rivendica idee come purezza della razza o rifiuto del diverso. Ma sono appunto casi clinici che molti invece vogliono far passare per strisciante movimento che rischia di infiltrarsi nei gangli della società. Esiste da tempo una sorta di idea che chi è di destra debba per forza di cose essere citato come un presunto amante a dittatura e nostalgico del pensiero fascista. Da sempre AN ed ora Fratelli d’Italia devono convivere con questo assioma che tutti pongono per contrastare quelle che invece sono idee moderne e chiare che si rifanno alla identità nazionale e alla difesa dei diritti dei più deboli. Ma qualsiasi cosa essi facciano sempre si annida quel maligno retropensiero che dietro al partito si nasconda la volontà di rovesciare il sistema democratico per tornare al ventennio. Certo negli anni settanta la contrapposizione fra una destra violenta e autoritaria contro una sinistra libertaria e rivoluzionaria poteva forse dare adito a qualche idea controversa. Ma oggi pare davvero antistorico e moralmente disonesto accusare di tutto ciò chi come la Meloni e nata verso la fine degli anni 70.

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