sabato 28 novembre 2020

CENTRODESTRA VOTA SCOSTAMENTO PER AIUTARE LAVORO AUTONOMO

 


È sul lavoro autonomo che la crisi, causata dalla pandemia, ha fatto sentire in modo immediato i propri effetti, mettendo ulteriormente a rischio la stabilità di un comparto che già il default del 2008 aveva fortemente ridimensionato. Su 841 mila posti di lavoro persi tra il secondo trimestre 2020 e lo stesso periodo dell’anno precedente, ben 219 mila hanno riguardato il lavoro indipendente, che è passato da 5,4 a 5,1 mln di occupati, con un calo del 4,1%. È quanto rileva la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nel focus “La crisi senza fine del lavoro autonomo”, sulla base dei dati pubblicati recentemente dall’Istat, che è stato presentato lo scorso 24 Ottobre. Nonostante le misure messe in campo negli ultimi mesi dal Governo per sostenere il lavoro in proprio – come il bonus autonomi – il blocco delle attività ha inciso fortemente sui redditi familiari: il 79% dei liberi professionisti ha subito una diminuzione delle entrate tra aprile e maggio, superiore al 50% per il 35,8%. A frenare la ripresa, l’adozione tra il 2010 e il 2019 di politiche volte quasi sempre a sostenere solo il lavoro dipendente e il mancato ricambio generazionale, che hanno così progressivamente ridotto la propensione al mettersi in proprio. Se nel 2010 il 25,3% degli occupati svolgeva un lavoro indipendente, nel 2019 la percentuale si attesta al 22,7% e tra i giovanissimi scende dal 17,6% al 13,6%. Se si guarda, invece, al periodo compreso tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso periodo del 2020, sono i 30-39enni ad essere in forte crisi, con 110 mila lavoratori in meno (sui 219 mila totali) e una contrazione del 10,5%, contro il 2,4% della fascia 40-59 anni e il 2,2% degli over 60. Un dato estremamente critico, perché interessa la fascia d’età in cui solitamente si avvia o consolida l’attività e dove le difficoltà congiunturali, unite ai numerosi adempimenti burocratici, possono portare all’abbandono dell’iniziativa imprenditoriale. Mediamente più colpite le donne rispetto agli uomini: tra un anno e l’altro, il genere femminile perde il 5,1% della base occupazionale contro il 3,6% dell’altro sesso. Osservando i profili professionali che compongono l’articolato mondo dell’occupazione indipendente, le perdite maggiori, in termini assoluti, si registrano tra i piccoli imprenditori del commercio (71 mila addetti in meno, per una contrazione del 7,1%), ma anche nel mondo delle professioni intellettuali ad elevata qualificazione e di quelle tecniche, che perdono rispettivamente 31 mila (-3%) e 39 mila (-4%) lavoratori, per un totale di circa 70 mila professionisti in meno. A livello settoriale, poi, sebbene il settore turistico, visto la fortissima crisi del settore, contribuisca alle perdite in modo rilevante (33 mila autonomi in meno, per un calo del 7,7%), va segnalata la crisi anche di tanti altri settori: gli agenti e consulenti che lavorano nel settore finanziario e assicurativo (-11,5%), la filiera dei servizi alle imprese (-11,3%), dell’informazione (-11,5%) e della formazione (-14,8%). Ed è in questo tragico contesto, che potrebbe ulteriormente aggravarsi con i nuovi blocchi e le nuove chiusure in previsione, che le misure adottate dal Governo sembrano non riuscire ad andare nella direzione auspicata, prevedendo bonus a pioggia insufficienti e poco utili per dare un reale sollievo a categorie martoriate dal punto di visto economico dalla pandemia. Il mondo del lavoro autonomo, infatti, da tempo lamenta un trattamento sfavorevole da parte di istituzioni e Governo, dovendo fare i conti con una situazione di debolezza di fondo, rispetto ai dipendenti che godono di una serie di tutele e garanzie da cui invece gli autonomi sono completamente esclusi. Il bonus da 600 euro è stata solo una goccia nel mare del disagio per questa categoria di lavoratori duramente colpita dalla pandemia e dalle susseguenti chiusure, e che in gran parte rischia di non poter andare avanti, senza un sostegno duraturo da parte del Governo. Ed è proprio per cercare di dare un reale sostegno a questa categoria di lavoratori, che Forza Italia ha accettato di votare lo scostamento di bilancio, portando con se i due alleati Lega e Fdi. Ma è proprio da Fratelli di Italia che arriva subito un avvertimento al Governo, come affermato in una nota il senatore Andrea De Bertoldi della commissione finanze e Banche"Con senso di responsabilità abbiamo votato  un ulteriore scostamento di bilancio, ma il governo deve impegnarsi, rispondendo alle ripetute e molteplici richieste del Centrodestra, nel superamento delle logiche dei codici Ateco, così come abbiamo più volte suggerito al presidente Conte in questi mesi. E' quindi fondamentale aiutare, attraverso un temporaneo regime fiscale agevolato post Covid, tutte le partite Iva e tutte le imprese che stanno tenendo duro e continuano, nonostante la crisi, ad alzare le saracinesche. Dobbiamo dimostrare solidarietà a chi tiene in piedi la nostra economia garantendo la proroga delle scadenze fiscali, e prevedendo misure ad hoc per milioni di professionisti, che sono rimasti vergognosamente una categoria invisibile per lo Stato. Queste categorie professionali hanno diritto ad accedere ai ristori come agli ammortizzatori sociali così come accade per i lavoratori dipendenti."  Insomma come dire che il voto nopn viene elargito solo per manifestare assenso sulla politica del governo, ma invece rappresenta un gesto di responsabilità a cui devono seguire provvedimenti che vadano nella direzione che il Centrodestra chiede da mesi che è cioè quello di aiutare gli autonomi e le partite Iva, che sono anche le categorie maggiormente colpite da questa gravissima crisi. Tra le quali sicuramente vanno compresi anche i liberi professionisti, come scrive in una lettera aperta inviata al premier Conte nei giorni scorsi, il presidente dei commercialisti, Massimo Miani, in cui sottolinea le disparità di trattamento che vengono fatte fra autonomi e dipendenti che sembrano sicuramente godere di maggiori tutele, come per esempio appunto quelle legate alla malattia. “Occorre intervenire - si legge nella missiva - per garantire ai lavoratori autonomi le tutele previste per il lavoro dipendente in caso di malattia. La pandemia ha messo in evidenza ancora una volta la profonda differenza nei livelli di tutela della salute assicurati ai vari comparti del lavoro”. Ecco allora che questo passo del centrodestra punta ad allargare il dialogo con il Governo, come auspicato da tempo anche dal presidente della repubblica Mattarella, proprio perché spera e crede che l’esecutivo possa finalmente adottare misure strutturali che vadano nel senso di un riequilibrio verso la bilancia delle tutele, non solo in questa fase di emergenza, che fino ad ora sicuramente risulta fortemente sbilanciata verso il mondo del lavoro dipendente rispetto a quello degli autonomi. "È stato un bel successo. Si riavvicinano distanze che, per ideologia, il governo aveva solcato in questi giorni", ha detto, infatti, Matteo Salvini in conferenza stampa congiunta al Senato insieme a Giorgia Meloni e Antonio Tajani. E la Meloni ha ribadito con chiarezza che il centrodestra ha votato a favore dello scostamento di bilancio “per una questione di merito e di metodo. Per quanto riguarda il merito, abbiamo costretto il governo a riconoscere che sono stati abbandonati milioni di italiani. Il governo ci dà ragione anche se in ritardo".  

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