Nasce il primo kit domestico per scoprire difetti, frodi e contraffazione di uno degli alimenti principi sulla tavola degli italiani, l’olio extravergine di oliva. Questa, infatti, è una iniziativa dell’ organizzazione dei produttori, Assoproli, in sinergia con ACU, Associazione Consumatori Utenti, per favorire la conoscenza del prodotto principe della Dieta Mediterranea e sopratutto combattere il fenomeno sempre più diffuso delle frodi e delle contraffazioni. Il kit, composto da 1 bottiglietta di olio extravergine d’oliva di qualità e 3 bottigliette di oli con difetti, è associato ad un QR code che riporta ad un videocorso online utile a far comprendere le differenze tra i quattro prodotti. L’obiettivo, come dicono dall’associazione, è quello di formare i consumatori alla qualità per contrastare il consumo di oli spacciati per extravergine ma che in realtà contengono imperfezioni importanti. L’olio extravergine d’oliva, insieme al vino, è il prodotto più soggetto a frodi e contraffazioni che, secondo le stime di Assoproli, ogni anno tolgono ai produttori e alle industrie che puntano sulla qualità del prodotto oltre 200 milioni di euro. I controlli analitici di ICQRF ( istituto centrale repressione frodi) sui prodotti dell’agricoltura biologica evidenziano, inoltre, che il settore dell’olio d’oliva è quello che presenta la percentuale più alta di irregolarità, con un 11,4%, contro il 3,7% del vitivinicolo. Il kit sarà disponibile nei prossimi giorni in tutti i frantoi di Assoproli oltre che sul portale dell’associazione dei produttori (www.assoproli.it). L’ associazione rappresentata da circa 34 mila produttori associati e 20 cooperative olivicole dotate di moderni frantoi, è tra i maggiori organismi cooperativi italiani del comparto olivicolo-oleario. “Dobbiamo impegnarci direttamente – dice il presidente di Assoproli, Pasquale Mastrandrea – come mondo della produzione, per far capire ai consumatori quali sono i profumi e i sapori di un vero olio extravergine d’oliva, di qualità, a differenza di un olio che è extravergine solo in etichetta”. “Educare e promuovere il consumo di un olio di qualità è il passo per dare valore a tutta la filiera dell’olio extravergine d’oliva italiana, composta da tanti bravi produttori e ottime aziende che puntano al meglio – spiega il presidente di Oliveti d’Italia, Nicola Ruggiero. Abbiamo il dovere di compiere queste azioni culturali per far capire cosa è davvero un extravergine e quali sono i benefici per la salute e per l’organismo”. Con questo facile sistema si cerca mettere un argine al problema della contraffazione di olio di oliva italiano. Come evidenziano da Ismea, infatti, il prezzo medio all’origine delle produzioni italiane è indicativamente il doppio rispetto a quello dell’olio spagnolo, greco e tunisino. Questa evidenza può spingere operatori malintenzionati a falsificare prima di tutto l’origine della merce. Sempre secondo i dati Ismea poi nel 2020 la produzione di olio di oliva è calata del 30%, con la Puglia che registra addirittura un - 43% per le note problematiche legate alla xylella, a cui ancora non si riesce a porre rimedio. A pesare è stato soprattutto il crollo delle vendite per la chiusura del canale della ristorazione, che rappresenta uno sbocco importante per l’olio Made in Italy. Ma la pandemia fa sentire i suoi effetti anche con la necessità di garantire una raccolta sicura con il rispetto rigoroso delle norme anti contagio. Ma il problema della contraffazoine e della scrasa qualita degli oli in commercio ha sicuramente inciso sulla scarsa produttività italiana “A incidere sulle imprese olivicole italiane oltre alla pandemia e ai problemi climatici, è stato anche il crollo del 44% dei prezzi pagati ai produttori, scesi a valori minimi che non si registravano dal 2014. Un trend causato – accusa Coldiretti – dalla presenza sul mercato mondiale di abbondanti scorte di olio “vecchio” spagnolo, spesso pronto a essere spacciato come italiano a causa della mancanza di trasparenza sul prodotto in commercio, nonostante sia obbligatorio indicare l’origine per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009.”