sabato 18 aprile 2020

LA GRANDE ABBUFFATA


Il paese è allo stremo. Il coronavirus sta mettendo in ginocchio il paese. Le misure del governo si dimostrano confuse ed insufficienti, Si litiga con l'Europa per gli aiuti, con una confusione fra i vari partiti che sfiora il paradosso. Un tutti contro tutti che sta dando un immagine del paese sfilacciato ed incerto come non mai. Ultimo clamoroso caso il voto all'Europarlamento, con i 5 stelle che votano contro il Mes, il Pd che vota a favore, la Lega e Forza Italia che bocciano anche emendamento sui coronabond, che invece responsabilmente e coerentemente Fratelli d'Italia approvano.  La fase 2 che dopo oltre un mese di lockdown è ancora tutta da decifrare, invischiata come è nelle decine di task force istituite dal governo, per fare chiarezza, e che sembrano avere come unico obiettivo quello di creare ancora più confusione e dare sempre più l'idea che siano usate strumentalmente, per scaricare responsabilità che chi governa forse non può o non vuole assumersi. Ebbene in questo quadretto tragicomico, irrompono sulla scena le tanto sospirate e attese nomine delle aziende partecipate. Il balletto che si sta svolgendo intorno alle posizioni di vertice delle principali società italiane partecipate dal Tesoro in queste ore, sembra accreditare la tesi portata avanti da Fratelli di Italia e Lega, che il fine ultimo di questa maggioranza fosse proprio quello di accaparrarsi un posto al sole in qualche consiglio di amministrazione delle varie Eni, Enel, Poste, Leonardo e compagnia cantante. Certo si tratta di aziende quotate e quindi il rinnovo delle cariche è stabilito per legge. Ma sicuramente quello che forse si poteva fare era usare una forma più adeguata alle circostanze. Si poteva magari lasciare spazio a uno spirito neutro, di collaborazione. Invece nemmeno l'emergenza covid 19 è riuscita a bloccare la “grande abbuffata” come Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli di Italia ha definito la grande corsa alle poltrone, da parte dei partiti della maggioranza. Pd e Italia Viva hanno fatto la voce grossa, forse perchè più avvezzi alla logica spartitoria, che da anni si consuma dentro alle grandi aziende partecipate, e sembra abbiano ottenuto la riconferma dei vertici di Eni, Enel, Poste e Leonardo. I pentastellati si devono “accontentare” di Terna, dove dovrebbe arrivare Stefano Donnarumma, l’uomo di Acea, la multiservizi dell’acqua e dell’energia della Capitale, e dell’Enav, la società che gestisce il traffico aereo. Qui dovrebbe essere quasi certo l'arrivo invece di Paolo Simioni, ora amministratore delegato di Atac, la società del trasporto pubblico romano ( visto come sono state gestite le due società romane c'è da farsi il segno della croce). Ma chiaramente i cinque stelle alla faccia della loro “verginità” e della battaglia contro la partitocrazia e le logiche spartitorie del potere, hanno però preteso che loro uomini occupassero cariche di rilievo anche in Eni, Enel e Poste. All'Eni per esempio la presidenza dovrebbe andare a Lucia Calvosa, ora consigliere di amministrazione di Tim, che dovrebbe fare contento anche Marco Travaglio, uno dei più strenui sostenitori del premier Conte. La Calvosa, infatti, siede anche nel board della società editrice del Fatto Quotidiano. E non è un caso se proprio dopo il duro editoriale di ieri di Travaglio proprio contro De Scalzi, ad di Eni, alcuni parlamentari pentastellati abbiano preteso chiarezza sulle vicende giudiziarie che riguardano l'Eni e il suo amministratore delegato. Forse più che l'editoriale del direttore Travaglio, avrà inciso il fatto che, come si dice in questi casi, l'appetito vien mangiando e i grillini hanno pensato bene di alzare la voce per ottenere poi qualche altra prebenda. Nulla di nuovo sotto il sole si potrebbe argomentare, se però non ci si trovasse in una situazione generale cosi drammatica. Ecco allora che fa specie come nemmeno la comparsa di questo terribile nemico invisibile, che sta cambiando totalmente lo stile di vita di tutti noi, sia riuscito a scalfire le brutte abitudini della nomenclatura partitica nostrana.



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