Il primo ministro, Pedro Sánchez, ha aperto ieri, durante una conferenza stampa, alla possibilità di richiedere il sostegno finanziario del meccanismo europeo di stabilità (MES), per finanziare le spese legate alla crisi generata dal covid-19. Inoltre il premier spagnolo ha aggiunto che, come aveva già anticipato la vicepresidente, Nadia Calviño, l'esecutivo chiederà prestiti a SURE, il fondo europeo creato per finanziare le spese di disoccupazione causate dall'impatto economico del coronavirus. Con questa dichiarazione il presidente spagnolo sembrerebbe essersi di molto ammorbidito, rispetto a qualche giorno fa, quando con Francia, e Italia sembrava voler fare fronte comune contro i cosiddetti paesi rigoristi del Nord. "Oggi, queste linee di credito che vengono lanciate non hanno nulla a che fare con i salvataggi. Hanno a che fare con linee precauzionali con una condizionalità legata alla crisi del covid-19 che non è solo salute, ma sociale, lavorativa ed economica, e di conseguenza il governo spagnolo dovrà usarle " ha detto lo stesso Sanchez, durante la conferenza stampa, in riferimento agli strumenti sviluppati dal MES per sostenere la spesa sanitaria derivata dalla pandemia. Anche se fino a qualche giorno fa le parole del premier spagnolo contro lo stesso Meccanismo di stabilità sembravano essere di totale chiusura. Ma evidentemente il fatto che la situazione, sopratutto a Madrid continui ad essere assai complicata ed abbia costretto il Governo ad allungare lo Stato di allarme di un mese, deve aver fatto cambiare idea a Sanchez.
Secondo gli accordi in via di definizione a Bruxelles, la Spagna potrebbe richiedere fino al 2% del PIL al MES, circa 24.000 milioni di euro, per destinarli ai costi sanitari diretti e indiretti legati alla pandemia. Secondo Klaus Regling, direttore generale del fondo di salvataggio europeo, per un prestito di 10 anni il tasso di interesse sarebbe dello 0,1%. Secondo Regling, i risparmi per la Spagna sarebbero di 2.000 milioni di euro. L'unica condizione stabilita dal meccanismo per queste linee di credito sarebbe quella di spendere i soldi per scopi sanitari per i quali sono stati progettati. Singolare che lo stesso Regling nei giorni scorsi si fosse rivolto direttamente proprio ad Italia e appunto Spagna, invitandoli a considerare il Mes come una ottima opportunità in questa fase di emergenza sanitaria ed economica. Sánchez ha sottolineato che queste linee non comportano condizionalità macroeconomiche, né "uomini in nero", allontanando gli spettri della situazione creatasi nel 2012 quando la Spagna si affidò appunto al programma di assistenza finanziaria, per 41.000 milioni di euro destinati a ripulire praticamente tutte le casse di risparmio di Spagna e Banco de Valencia, entità controllata da Bancaja.
Il ministro dell'Economia, Nadia Calviño ha ricordato invece a proposito del programma Sure che "dal primo momento abbiamo fortemente sostenuto questo strumento", dato che si adatta alla flessibilità dell'ERTE spagnolo. Pertanto, una volta operativo, "la nostra intenzione sarebbe quella di utilizzare questo strumento come uno dei canali di finanziamento". Il ministro non crede che il nuovo strumento comunitario rechi la stigmatizzazione associata agli aiuti esteri, in quanto è collegato al meccanismo europeo di stabilità, la fonte dei salvataggi durante la passata crisi dell'euro. "Non riesco a immaginare che ci sia qualcuno che non considera positivo per il nostro Paese che possiamo usare uno strumento specificamente orientato al finanziamento di questi ERTE", ha insistito. La stessa Calviño non ha escluso la possibilità di aderire al meccanismo di stabilità ( Mes) per finanziare una sanità che ha dimostrato tutte le sue enormi debolezze. In questo quadro poi si registra la forte presa di posizione della presidente della comunità di Madrid, Isabel Diaz Ayuso, che ha accusato ieri il governo di portare Madrid alla rovina dopo che lo stesso Governo ha bloccato il passaggio alla fase 1 ( la nostra fase 2), perché non ancora pronta.
"Tutto questo ci porterà verso un precipizio, a un limite che alla fine causerà solo gravi problemi. Ci hanno reso ostaggi, ci hanno imbavagliato e alla fine quello che sta succedendo è una riduzione delle libertà ", ha infatti, dichiarato in una videoconferenza con i giornalisti del Royal Post Office, accompagnato dal Ministro della Salute, Enrique Ruiz Escudero, aggiungendo che ogni settimana di chiusura porterebbero alla perdita di 18000 posti di lavori.
@vinciketchup
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