giovedì 11 ottobre 2018

UNA NUOVA FORMULA PER LA PUBBLICITA'? NASCE IL BARTER PAY PER SALE






Fino ad oggi le aziende, per promuovere un prodotto o un servizio su un qualsiasi media, erano abituate a investire in pubblicità senza conoscere con certezza l’efficacia della campagna in termini di vendite e allocando un budget marketing per pagare l’audience della campagna, che è sempre maggiore del numero dei clienti acquisiti.
Per questo motivo le medie e piccole imprese possono raramente permettersi simili investimenti pubblicitari, mentre le grandi aziende si trovano a pagare impression e click di un grande numero di utenti, dei quali però soltanto una piccola parte diventa cliente e arriva a fare un acquisto. Infatti secondo la terminologia diffusa per la pubblicità sul web esistono diverse formule di pubblicità per le aziende, tra cui le principali formule sono:
CPC: è il Cost per Click (detto anche PPC – Pay per Click) e rappresenta proprio la discriminante tra la pianificazione tradizione e quella a performance in quanto consente di pagare per ogni click ricevuto dalla campagna pubblicitaria
CPL: Cost per Lead, ovvero il costo per il completamento di una form o di una sottoscrizione ad una newsletter. E’ usato particolarmente in caso di necessità di costruzione di un database profilato.
CPS:il costo pagato per ogni vendita generata da un annuncio online o da un link di affiliazione.
Esistono poi altre tipologie meno diffuse, quali il CPO (Cost per Order), il CPE (Cost per Engagement), il CPV (Cost per Visitor) ed il CPI (Cost per Impression).
Secondo alcuni questa è stata la vera rivoluzione nel mondo della pubblictà, secondo altri sono un paravento per i grandi colossi del web per accaparrarsi il mercato della pubblicità, che fino a qualche anno fa era appannaggio dei grandi media tradizionali, Tv, Radio, outdoor e carta stampata. Secondo i dati Nielsen si tratta di un torta di tutto rispetto. Il mercato pubblicitario, infatti, solo in Italia ha chiuso il 2017 con un giro d’affari pari a 8,249 miliardi di euro, in aumento dello 0,4% rispetto al 2016. Sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’intero universo del web advertising nei 12 mesi cresce del 7,7% rispetto al 2016 raggiungendo un totale di 2,454 miliardi di euro.
Il digital incrementa di due punti percentuali la sua quota sul totale della pubblicità in Italia, sfiorando il 30% (29,8%). Se si escludono il search e il social, il trend è sì positivo ma con una crescita più limitata (+1,7%). Social e video sono i due settori trainanti mentre search e, soprattutto, classified e display, per quanto tutti in crescita, perdono quote di mercato. Insomma il mercato della pubblicità sta sicuramente seguendo i nuovi trend. Ma il concetto non cambia di molto, si tratta solo di un trasferimento di investimenti da un mezzo ad un altro. Molte sono state le nuove proposte per modificare il concetto di pubblicità, sono nati nuovi formati come detto, si parla sempre più spesso di Native advertising, forma pubblicitaria contestuale che integra contenuti editoriali e annunci pubblicitari all’ interno del contesto editoriale, dove essi vengono posizionati con una indicazione chiara dell’inserzionista che sponsorizza il contenuto pubblicitario. Ma nessuno fino ad ora era riuscito ad andare oltre il concetto stesso del fare pubblicità e cioè pagare subito per avere un risultato, che comunque sia è sempre piuttosto difficile da quantificare e da valutare. Forse finalmente Sixthcontinent, fin dalle sue origini piattaforma innovativa per concetto e natura, ha trovato la formula ad hoc per far si che anche le aziende che non hanno la possibilità dio avere budget per fare pubblicità, possano ricorrervi, con la certezza di avere un ritorno sicuro dall'investimento stesso. La formula, infatti, garantisce alle aziende un successo pari al 100% sull’ investimento. Infatti, su SixthContinent la pubblicità si paga in base alle vendite generate dalle campagne e il pagamento avviene in modo contestuale agli incassi. Non è dunque più necessario avere a disposizione un budget per la pubblicità, perché la pubblicità si paga con una parte dei ricavi delle vendite. In più, il pagamento della pubblicità sulla piattaforma avviene con una parte dei soldi già incassati dalla vendita (Barter) delle shopping card: una formula dunque sostenibile e possibile per qualsiasi azienda, perché senza rischi e senza anticipi. Qualsiasi Azienda che abbia un sito e- commerce può creare una campagna pubblicitaria e una promozione sulla piattaforma SXC, definendo il costo che è disposta a pagare per ogni vendita e cliente acquisito. Va considerato inoltre che il cliente in questo caso si registra sul sito e- commerce del brand ed effettua lì un acquisto divenendo a tutti gli effetti un cliente diretto dell’azienda. Il “budget per vendita” è definito a tavolino preventivamente e il pagamento avviene con parte dell’incasso generato dalle vendite, quindi, qualsiasi azienda, grande, media e piccola può accedere alle campagne pubblicitarie e alle promozioni su SXC. Se SXC non vendesse niente, l’azienda non pagherebbe niente e tutta la pubblicità, impression e click resterebbero sempre gratuiti. Tutto ciò è possibile proprio perchè Barter-Pay-per-Sale richiede il pagamento solo a vendite avvenute. Una formula sostenibile e possibile per qualsiasi azienda, anche e soprattutto per le PMI, perché senza rischi e senza anticipi. Questo può sicuramente diventare un modello che supera forme più tradizionali come appunto per esempio il “Pay per View (PPV) e il Pay Per Click (PPC), rappresentando la più grande innovazione nella pubblicità digitale dai tempi del debutto sul mercato di Facebook e Google.



Nessun commento:

Posta un commento

NASCE IL PRIMO KIT ANTISOFISTICAZIONE OLIO EXTRAVERGINE

  Nasce il primo kit domestico per scoprire difetti, frodi e contraffazione di uno degli alimenti principi sulla tavola degli italiani, l’ol...