domenica 10 maggio 2020

PERCHÉ LA PUGLIA HA TASSI DI CONTAGIOSITA E LETALITA COSÌ ALTI?

Mentre il virus sembra aver perso forza in tutta Italia, fa una certa impressione vedere come due regioni nel centrosud, fortunatamente molto meno colpito che il Centro nord, Molise e Puglia registrino i più alti casi di contagiosità d’Italia e la Puglia addirittura il più alto caso di letalità. Almeno questo è quello che certifica il dossier di Istat e Istituto superiore di Sanità sulle emergfenza coronavirus appena pubblicato: a marzo, l’aumento percentuale dei decessi in Puglia è stato il quadruplo di quello registrato nello stesso periodo nel Sud Italia. Il dossier non spiega le cause, che restano ad oggi sconosciute e perciò passabili di semplici supposizioni. “In Puglia abbiamo due questioni molto rilevanti: una è il tasso di mortalità Covid-19, che imporrebbe a “qualcuno” di riflettere su eventuali errori strategici nella lotta al virus; l’altra è l’indice di contagio, per il quale la nostra Regione è al secondo posto dopo dopo il Molise. La Lombardia viene molto dopo. Emiliano, però, questi dati non solo non li vuole considerare, ma ha preso l’abitudine di farci rispondere dal professore Lopalco o dal Capo del Dipartimento” ha detto in conferenza stampa per commentare i dati, il consigliere regionale dell’opposizione Nino Marmo. Ed in effetti la Puglia registra alcune deficienze che lo rendono unica, come per esempio, il fatto che non siano state ancora attivate le Unita speciali di continuità assistenziali( le equipe medico-infermieristiche che dovrebbero assistere i pazienti Covid in isolamento domiciliare per garantire le cure migliori). Come anche sul piano dei i presidi territoriali, messi a dura prova dalla ondata di prepensionamenti di molti medici, che ha ridotto l’organico come denunciato ad inizio anno dalla Finmg pugliese, la regione certo non eccelle. Ma secondo alcuni esperti, come nel caso della Lombardia, potrebbe avere una qualche  incidenza anche il tasso di inquinamento della Regione, determinato dalla presenza dell’Ilva o della centrale di carbone di Cerano, che spiegherebbe anche l’alto tasso di casi di tumore registrati in molte zone della Puglia. Come ulteriore fattore di criticità c è anche il dato sul numero ridotto dei tamponi effettuati. La Puglia con i suoi 37 tamponi ogni 100.000 abitanti, e nuovamente all ultimo posto in Italia. Ma chiaramente si tratta solo di supposizioni non supportate da dati scientifici. Inoltre il numero di contagi, poco sopra le 4000 unità è comunque un dato tutto sommato contenuto, rispetto ai picchi Lombardi emiliani o Piemontesi, ma certo è che un eventuale recrudescenza del virus e una sua eventuale maggiore diffusione nel centrosud, potrebbe provocare una vera e propria emergenza in una Regione, che certo non può contare sulla eccellenza sanitaria di Lombardia e Veneto. Il professore Pierluigi Lopalco, consulente del presidente Emiliano sulla emergenza Covid 19, getta acqua sul fuoco, spiegando che si tratta di numeri generali assolutamente sotto la media. Resta il dato però che una ventina di giorni fa l’osservatorio nazionale della salute avesse previsto che dal 7 Maggio ci sarebbero stati zero contagi in Puglia, quando invece i nuovi contagiati proprio del 7 Maggio  sono stati ben 49. “ Sono code di focolai già sotto osservazione principalmente in provincia di Bari.” ha subito affermato il professore Lopalco a commento di questi dati. Sarà sicuramente cosi, ma resta il fatto che il dato emerso dal dossier ISS e Istat, registra una situazione piuttosto difficile per una Regione, che proprio a fine 2019, aveva deciso per la chiusura di 11 ospedali locali, per risanare le casse esauste delle Asl pugliesi. Quantomeno un tempismo non certo fortunato per il governatore pugliese, che proprio pochi giorni fa ha negato con forza questo fatto, affermando di non aver chiuso alcun ospedale. Ma certo è che secondo i dati di un recente Report della agenzia del farmaco “Sulla spesa farmaceutica la Puglia detiene la maglia nera tra tutte le regioni italiane: nel periodo gennaio-agosto 2019, lo scostamento tra spesa programmata e quella reale ammonta a circa 222 milioni di euro.” Non va certo meglio per le liste di attesa, per eseguire determinati esami o prestazioni. Per una visita cardiologica per esempio i tempi di attesa arrivano a più di 3 mesi. Stessa storia per una mammografia che negli ospedali pubblici ha una lista d’attesa che va da 2 mesi ai 205 giorni. Per le visite specialistiche urgenti, nonostante la legge preveda un termine di 7 giorni dalla richiesta, in Puglia invece si aspettano all’incirca 74 giorni per una risonanza all’addome o 47 giorni per un holter. secondo i dati rilasciati dalla Regione stessa a Dicembre 2019. “Non c’è nessuno che conosce meglio di me questa regione e non c’è nessuno che ha commesso gli errori che ho commesso io, dunque sono l’unico che può correggerli”. Cosi parlò a Gennaio il presidente Emiliano a Taranto durante un comizio per le primarie del centrosinistra. Chissà però se adesso questi “errori” non siano diventati una delle concause di una situazione, che rischia di far diventare la Puglia un caso nazionale, nella lunga e difficile battaglia contro il coronavirus

Nessun commento:

Posta un commento

NASCE IL PRIMO KIT ANTISOFISTICAZIONE OLIO EXTRAVERGINE

  Nasce il primo kit domestico per scoprire difetti, frodi e contraffazione di uno degli alimenti principi sulla tavola degli italiani, l’ol...